Maria Luisa Pozzi - MioDottore.it

Autore - Dottoressa Marialuisa Pozzi

Tricologia

Combattere la caduta dei capelli: cause e rimedi professionali

Caduta dei capelli: cause

Considerato da sempre un problema di pertinenza esclusivamente maschile, quello della caduta dei capelli è un fenomeno sempre più in diffuso anche nell’universo femminile. Se ti ritrovi in questa condizione, sappi che le cause del diradamento della chioma sono molteplici e possono essere di varia natura, alcune facilmente identificabili e altre no.

Tra queste tieni presenti:

  • la stagionalità, con picchi di perdita in primavera e in autunno, in quanto fasi preferenziali per il ricambio;
  • le sollecitazioni troppo intense della capigliatura con prodotti aggressivi, l’uso frequente di piastre ad alta temperatura, il ricorso periodico a permanente e a trattamenti chimici liscianti, l’utilizzo del phon troppo caldo o troppo vicino alle ciocche;
  • le diete troppo drastiche o sbilanciate, poiché non garantiscono il giusto apporto di nutrienti;
  • le malattie auto-immuni e le alterazioni ormonali, in particolar modo in riferimento ai livelli di testosterone e ad eventuali disfunzioni della tiroide, sia in eccesso che in difetto;
  • il prurito localizzato al cuoio capelluto, specialmente se costante, fastidioso e non associato ad infestazioni di parassiti;
  • gli stati depressivi acuti e l’esaurimento nervoso, associati sempre a un aumento smodato dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress;
  • soffrire di tricotillomania (strapparsi i capelli in seguito a uno stimolo ossessivo-compulsivo più o meno inconscio);
  • l’uso di farmaci, in particolar modo gli antibiotici, che inibiscono il corretto assorbimento delle vitamine e dei sali minerali;
  • il ricorso ai chemioterapici, con effetto fino a qualche tempo dopo la sospensione della cura;
  • le infezioni micotiche del cuoio capelluto, in quanto generano una perdita provvisoria di capelli (ad esempio, quelle da tinea capitis).

 

Quando la caduta dei capelli diventa patologica?

In determinati periodi dell’anno, avrai notato che un leggero aumento della perdita dei capelli è fisiologico e coincide con i periodi di aumento e calo repentino delle temperature, vale a dire in primavera e in autunno.

Inoltre, puoi considerare entro i limiti della normalità una caduta giornaliera non superiore alle 150 unità.

Oltre questo range e in momenti dell’anno lontani da quelli del ricambio, il diradamento della chioma assume un carattere patologico.

 

La diagnosi nella perdita dei capelli

In aggiunta ad un’accurata osservazione clinica, che evidenzia vari casi possibili come stempiatura, diradamento in una o più zone della testa, etc… puoi ricorrere a esami specifici che interessano sia la resistenza del capello che l’integrità del cuoio capelluto.

In particolare, ti sottoporrai a una valutazione dell’equilibrio idro-lipidico a livello della testa e del grado di acidità locale (pH), nonché al rilevamento di lesioni, eventuali infezioni micotiche e cause di prurito che provocano un diradamento temporaneo, ma evidente, della chioma.

Quando il problema è da cercare da un’altra parte?

Se nel tuo caso specifico il problema non sembra riconducibile ad altre cause evidenti come l’eccesso di tinture, di trattamenti chimici o un palese stato di stress, devi sottoporti ad analisi più approfondite.

Queste comprendono il rilevamento dei livelli ormonali, analisi del sangue complete, diagnosi di problemi al sistema nervoso o alla tiroide, etc…

Caduta dei capelli: i rimedi

La cura mira, in ogni situazione, a risolvere le cause della caduta dei capelli e, di conseguenza, ad arrestarla. Quando si trattasse di problemi dovuti a sollecitazioni meccaniche o a carenze vitaminiche, la soluzione è semplice: basta stressare meno i capelli o effettuare delle opportune correzioni alla dieta, ricorrendo anche a supplementi multi-vitaminici e, nei casi più gravi, a programmi di ri-alimentazione.

Se, invece, il disturbo non è altro che l’effetto di una patologia, il rimedio consisterà nel pianificare una cura insieme al tuo medico di fiducia e risolvere così la situazione.

Nell’ipotesi in cui il problema sia di pertinenza tricologica e non riconducibile ad altra eziologia, è indispensabile ricorrere al supporto di un professionista competente sul campo.

Le migliori cliniche effettuano diagnosi relative al capello e al cuoio capelluto con le più innovative tecniche di rilevazione e i mezzi più sofisticati, per risultati della massima precisione.

In base ai risultati degli screening, verrà studiato il trattamento più adatto alle tue esigenze. Solitamente, si tratta di rimedi adatti sia agli uomini che alle donne, come le terapie laser e a frequenza infrarossa per la stimolazione della ricrescita.

Hair filler, l’ultima frontiera nell’arrestare la caduta dei capelli

La dott.ssa Pozzi è specializzata in una tecnica efficace di ultima generazione, chiamata hair filler.

Il trattamento, assolutamente non invasivo, si esegue mediante micro-iniezioni a base di sostanze benefiche per la ricrescita dei capelli e la loro ridensificazione, come acido ialuronico, amminoacidi, antiossidanti e polipeptidi.

Grazie ad esse, verrà stimolata la riattivazione dei bulbi capilliferi e, di conseguenza, la ricrescita della chioma, rinforzando le lunghezze e agendo alla radice del problema.

Le sedute sono aperte, previo screening diagnostico, sia agli uomini che alle donne e danno risultati sorprendenti in due mesi di trattamento, partendo da quattro sedute a cadenza quindicinale.

Per informazioni più dettagliate e fissare un appuntamento, compila il modulo dalla pagina “contatti” del sito web oppure telefona in studio per una comunicazione più rapida.

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Venereologia: di cosa si occupa questa branca della medicina?

La Venereologia è una branca medica che si occupa della prevenzione, diagnosi e cura delle malattie veneree, ovvero tutte quelle patologie che possono essere trasmesse per via sessuale, oltre che patologie correlate alla cute e alle mucose genitali, ad esempio sifilide, gonorrea, aids, eczema, condilomi genitali, psoriasi, banalite, clamidia e vitiligine.

Quando si cercano determinati sintomi correlati alle malattie veneree, spesso si finisce col cercare malattie dermatologiche. Il motivo è molto semplice: molte manifestazioni di malattie veneree, compaiono per via cutanea, pertanto spesso la gente cerca su internet malattie della pelle, senza trovare preciso riscontro, in quanto si tratta di malattie veneree.

Anche per questo motivo, la Venereologia è molto associata alla Dermatologia, e in un certo senso, sono collegate.

Storia della Venereologia


Come si può intuire direttamente dal nome, la Venereologia fa riferimento a Venere, Dea dell’amore, direttamente collegata alla sessualità e alle malattie trasmissibili sessualmente.

Fin dall’antichità, alcune malattie a trasmissione sessuale come gonorrea o sifilide, erano considerate una sorta di punizione degli Dei per una condotta non consona, come rapporti carnali extraconiugali non consentiti dalla società.

Nel XIX secolo, però, tramite la scoperta dei microrganismi patogeni, è stato possibile differenziare le malattie fra di loro (considerate tutte come unica malattia), permettendo anche di valutarne i sintomi ed eventuali trattamenti.

Nonostante ad oggi siano tutt’ora molto diffuse, le grandi campagne di prevenzione hanno permesso di ridurre significativamente l’incidenza (ovvero i nuovi casi) e la prevalenza (ovvero il totale dei casi) delle malattie veneree più diffuse.

Nonostante con l’uso dei preservativi vi è stato un importante calo della trasmissione delle malattie sessuali, quest’ultime sono comunque presenti e molto diffuse nella società moderna.

In compenso, la presenza di figure specializzate come il Venereologo, ha fatto sì che il trattamento di quest’ultime sia oggi possibile nella maggior parte dei casi.

Chi è il Venereologo?

Il Venereologo è quindi un medico chirurgo che, dopo il percorso base, ovvero una laurea magistrale a ciclo unico, ha in seguito conseguito una specializzazione in Dermatologia e Venereologia, che dura solitamente 5 anni.

Questa professione medica è in aumento negli ultimi anni, in quanto le malattie sessualmente trasmissibili, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione e nonostante il diffondersi dell’informazione e delle modalità di prevenzione, rimangono ancora molto diffuse nel mondo, provocando ogni anno milioni di morti, oltre che spese mediche in continuo aumento.

Fortunatamente la tecnologia ha fatto numerosi passi da gigante, permettendo ai Venereologi di trattare anche le malattie più gravi, come l’HIV/AIDS, che, nonostante non sia guaribile, permette ai soggetti infetti di vivere vite del tutto normali e longeve, soprattutto se confrontate al passato.

Il problema dell’antibiotico-resistenza, però, sta rappresentando un ostacolo che in futuro porterà ad un peggioramento delle condizioni di salute di alcuni soggetti in trattamento, specialmente per coloro che hanno bisogno di una terapia che duri per tutta la vita.

Come avviene la visita Venereologica


Una volta preso appuntamento con un Venereologo, il medico cercherà di carpire quante più informazioni possibili dal paziente.

Nel momento in cui ti presenterai nel suo studio, il Venereologo cercherà di metterti a tuo agio.
Dopo una chiaccherata generale, infatti, si passerà a domande via via più specifiche, per capire qual è stato il motivo che ti ha portato a questa visita.

Tramite delle domande generali, è già possibile individuare degli atteggiamenti a rischio, che possono aiutare nella diagnosi.

Inoltre, individuare segni cutanei che possono essere stati motivi di allarme, può portare ad una diagnosi più immediata: ogni segno può indicare una patologia specifica, ma questo purtroppo è di difficile interpretazione, specialmente per chi non è del mestiere.

Se l’anamnesi e la ricerca di eventuali segni cutanei non è stata soddisfacente, può essere necessario ricorrere a metodiche più specifiche ed approfondite, come test clinici, per valutare la reattività a qualche composto per una diagnosi rapida; o biopsie, per prelevare un campione di tessuto e analizzare la causa del problema.

Anche su internet, la confusione regna sovrana, pertanto è facile confondersi e sbagliare del tutto patologia e trattamento. La visita da un medico specializzato in Venereologia è pertanto fondamentale, qualora si sospetti di aver contratto una malattia sessualmente trasmissibile, per vedere di che si tratta, e se è possibile risolvere il problema o comunque mantenerlo sotto controllo.

Perdere tempo in questo campo, non è una buona alternativa: l’attesa può portare la malattia a peggiorare e risultare irreversibile o addirittura mortale.

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cicatrici da varicella

Cicatrici da varicella: eliminarle in età adulta

Cos’è la varicella?

La varicella è una malattia molto frequente nei bambini, il più delle volte si sviluppa proprio in quest’età e solitamente non provoca molti danni, tuttavia può presentarsi anche durante l’età adolescenziale o addirittura quando si è adulti, è giusto sapere che questa malattia risulta più pericolosa in un’età matura.

In cosa consiste la varicella?

La varicella si presenta con tante vescicole rosse che avvicinandosi al centro diventano giallastre su tutto il corpo, queste bolle piene di liquido provocano l’irritazione della pelle che si manifesta con un forte prurito.
Le vescicole in questione durano dai 7 ai 20 giorni per poi cadere, se la perdita di queste croste avviene in maniera naturale, non lasceranno alcun segno sulla pelle, se invece vengono rimosse prima della loro caduta spontanea, lasceranno delle cicatrici.

Resistere al prurito provocato non è molto semplice, infatti provocano così tanto fastidio da indurre il paziente a grattare con impeto la pelle lesionandola.
Se danneggiata la loro struttura naturale si va incontro a queste cicatrici, le quali risultano fastidiose dal punto di vista estetico.

Evitare le cicatrici di questa malattia non è così semplice, il prurito si manifesta con molta aggressività e spinge il paziente a raschiare con forza queste vescicole.

Una volta terminata la malattia potrebbero rimanere queste cicatrici, adesso ti mostrerò come prevenire ed eliminare i segni presenti sulla pelle.

Prevenire le cicatrici della varicella

Eliminare le cicatrici derivanti dalla varicella risulta essere un problema comune, sono in molti a soffrire di queste macchie sul corpo, questi possono essere su qualsiasi parte del corpo e risultano particolarmente fastidiosi se presenti sul viso.

Prima di eliminare le cicatrici, occupati di prevenirle: hai mai sentito il detto prevenire è meglio che curare?
Benissimo, ti mostrerò come evitare questi segni!

1) Resisti alla sensazione di prurito: quando si presenta questa malattia, il sintomo che si manifesta con maggiore violenza è la prurigine, per tale motivo verrà spontaneo grattarti. Numerosi studi hanno confermato la tesi che, raschiando la pelle la sensazione di prurito svanisce per pochi istanti, per manifestarsi nuovamente con maggiore impeto.

Come resistere al prurito? Quando si manifesta una malattia che provoca prurito e non dovresti grattarti, uno dei pochi rimedi che tu possa mettere in atto è l’utilizzo di un impacco freddo, ponendolo per 20-30 minuti sulla zona più pruriginosa (non utilizzare il contatto diretto, inserisci sempre un asciugamano), potrai avvertire un minore bisogno di grattarti.

2) Idrata la pelle tante volte per piccoli intervalli di tempo: la varicella è una malattia che manifesta come sintomo principale, il proliferare di vescicole pruriginose, queste non possono essere rimosse in anticipo altrimenti lasceranno il segno. Si può fare qualcosa per diminuire il fastidio e l’incombere di infezioni?

È molto semplice, sarà sufficiente lavarti ogni 3-4 ore, ti consiglio la doccia poiché rimani meno tempo esposto all’acqua: infatti stando per troppo tempo in acqua la crosta di queste vescicole si ammorbidirà rendendo più lungo il tempo necessario per guarire.

3) Cura le tue unghia e assicurati di lavare attentamente le mani: l’igiene delle mani è di fondamentale importanza durante lo sviluppo di questa malattia, esse sono il primo mezzo con cui entra in contatto la pelle, se queste dovessero essere sporche, entrando in contatto con la pelle potrebbero portare a complicanze ed infezioni. Per tale ragione, dovresti curare molto bene le mani e le unghia prima di ogni cosa, affinché tu possa evitare inconvenienti.

4) Non indossare vestiti particolarmente scomodi o fastidiosi: indossare questo genere di vestiti non fa altro che aumentare il rischio di far cicatrizzare la pelle, la spiegazione deriva direttamente dal materiale da cui sono composti, per esempio indossando un capo di lana il fastidio sarà smisurato, irritando la pelle e provocando ulteriore prurito.

Ti consiglio vestiti larghi fatti con materiali soffici, così da non irritare la pelle e non spingerti a raschiare la pelle.

Questi sono suggerimenti per trattare la malattia quando si sta ancora manifestando, se la malattia invece è già passata da tempo e ti sono rimaste le cicatrici, non resta altro che mostrarti i migliori metodi per eliminarle.

Eliminare le cicatrici da varicella

Le cicatrici dovute a questa malattia si presentano come dei piccoli crateri, rotondi e che sono scavati nella pelle, esistono alcuni metodi per alleviarli o eliminarli del tutto, vediamo quali sono.

Quando si parla dell’eliminazione delle cicatrici, bisogna essere certi della datazione di queste, una cicatrice fresca può essere affrontata con alcune pomate, applicandole per alcuni mesi in maniera costante il tessuto diventerà più elastico e riempirà questo buco scavato nella pelle.

Se invece si parla di cicatrici vecchie, si può ricorrere a strumenti come il laser, per livellare i bordi di questa rendendola meno evidente.

In altri casi può addirittura essere utilizzato l’acido ialuronico naturale, questo favorirà la formazione di questo tessuto mancante.
Prima di iniziare un trattamento consulta sempre un esperto per avere maggiore sicurezza.

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Cheratosi seborroica: cos’è e come si cura?

Cos’è la cheratosi seborroica?

La cheratosi seborroica è una malattia della pelle, si sviluppa molto spesso con l’avanzare dell’età, questa patologia non ti porta a complicazioni gravi ma rovina l’aspetto estetico della pelle, si presenta infatti con numerose macchioline che possono andare dal marrone scuro al nero.

La causa dello sviluppo di questa malattia è ancora sconosciuta, tuttavia, si pensa sia dovuto a qualche fattore cutaneo che si sviluppa erroneamente oppure ancora a motivi di genetica, quindi con una predisposizione naturale a questa malattia, purtroppo gli studi non hanno ancora dato una motivazione certa.

La cheratosi seborroica risulta essere molto presente tra i caucasici e al contrario, sembra completamente assente tra gli orientali.
Questa condizione di ereditarietà ha portato allo sviluppo di numerosi studi, attualmente gli studi si preoccupano molto di scoprirne la causa e se l’esposizione ai raggi solari possa influire sulle condizioni di sviluppo.

Come si manifesta la cheratosi seborroica?

La cheratosi seborroica si manifesta con la presenza di alcune macchioline, principalmente si presentano lungo la schiena e l’addome, queste venature dalla forma circolare iniziano a diventare più spesse fino al raggiungimento massimo della loro crescita.
Le macchie in questione, solitamente, non superano 1 cm di grandezza, ma sono presenti numerosi casi dove riuscissero a superare queste dimensioni senza difficoltà.

Una volta sviluppate queste macule, la cheratosi seborroica continua il suo sviluppo rendendole squamose e molto untuose.
Nonostante ciò, la struttura della macchia risulta essere quasi del tutto staccata dalla pelle, infatti è sufficiente utilizzare le proprie unghia o un bisturi apposito per rimuoverle senza difficoltà.

Dato che la cheratosi seborroica è innocua, è bene distinguerla da altri tipi di macchie, per questa ragione, dovresti fare alcuni controlli durante l’anno così da analizzare al meglio la tua struttura dermatologica ed esser al corrente di eventuali rischi o complicanze a cause di fattori cutanei.

Queste analisi si svolgono molto semplicemente senza risultare invasive, semplicemente viene ingrandita di circa 10 volte la visione della cute, così che il dermatologo possa analizzarne la struttura, e se necessario avvisarti di cosa potrebbe insorgere.

La cheratosi seborroica può diventare pericolosa?

La cheratosi seborroica è una malattia della pelle innocua, si tratta di minuscoli tumori benigni che non possono divenire maligni, ciò significa che queste macule potrebbero staccarsi e provocare nel peggiori dei casi una piccolissima fuoriuscita di sangue.

Perché si presta molta attenzione a questa malattia se non risulta pericolosa?

A volte viene confusa con la cheratosi attinica, un’altra malattia della pelle che però porta allo sviluppo del cancro se non trattata, invece per quanto riguarda questa malattia, viene attenzionata molto per trovarne le cause ed eliminarle dato che può creare disagi.

È bene chiarire che questa malattia, contrariamente alla cheratosi attinica, non può diventare pericolosa e non è necessario trattarla dato che i rischi sono del tutto assenti.

Come eliminare le tracce della cheratosi seborroica

Le macchie dovute alla cheratosi seborroica non sono pericolose e non possono diventarlo, allora perché eliminarle?
Se hai deciso di prendere questa decisione è solamente per un fattore estetico, probabilmente ti crea fastidio doverle vedere nel quotidiano ed hai deciso di rimuoverle, non preoccuparti delle operazioni necessarie perché sono davvero semplici e non corri alcun tipo di rischio.

La rimozione di queste verruche si può svolgere in diversi metodi: crioterapia, laser o raschiatura.

La crioterapia

La crioterapia è uno degli interventi più utilizzati nell’ambito dermatologico, prevede l’utilizzo dell’azoto liquido (un gas capace di raggiungere temperature freddissime come -190° C) sulla zona indicata, entrando in contatto con la pelle, ghiaccerà la verruca e ne permetterà la rimozione veloce e sicura nel giro di qualche secondo.
La crioterapia è uno degli interventi dermatologici più sicuri e utilizzati.

La raschiatura

La raschiatura è l’intervento più utilizzato quando si deve gestire una zona molto sensibile, prevede l’anestesia locale della zona così che il paziente non possa sentire alcun tipo di fastidio o dolore, in seguito viene utilizzato un apposito strumento per la rimozione della zona interessata in sicurezza.
Una curiosità di questo intervento, è l’utilizzo di piccole scosse elettriche per bloccare la fuoriuscita di sangue durante l’operazione.

Il laser

Il laser è probabilmente il genere d’intervento più conosciuto, è utilizzabile per numerose operazioni senza risultare invasivo, tramite questo strumento è possibile eliminare la zona in questione in maniera molto precisa senza alcun rischio.
Il laser è utilizzato anche nella rimozione di tatuaggi e altri fattori antiestetici.

Questi sono i principali metodi per rimuovere le macchie dovute alla cheratosi seborroica, prima di scegliere quella che più ti aggrada, ricordati di consultare il dermatologo.

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dermatite atopica

Dermatite atopica: cos’è e come si cura

Disagio da dermatite atopica? Ecco di cosa si tratta e alcuni consigli utili per combatterla

Chi soffre di dermatite atopica si ritrova ad avere a che fare con un fastidioso prurito, macchie rosse e croste in varie parti del corpo. Solitamente sono colpiti il viso, il collo, i polsi, le mani, le pieghe interne dei gomiti e delle ginocchia, le caviglie.

Questa malattia infiammatoria della cute si può manifestare in tenerissima età, a partire già dai primi mesi di vita del neonato durante i quali il piccolo non può ancora contare su un sistema immunitario funzionante a pieno regime. Il disturbo tende a risolversi durante l’adolescenza, tuttavia può ricomparire o fare la sua prima comparsa in età adulta.

Quali sono i sintomi della dermatite atopica?

Questa infiammazione della pelle, conosciuta anche come eczema costituzionale, si manifesta con notevole secchezza della cute, chiazze rossastre e prurito di intensità variabile, maggiormente fastidioso durante le ore del riposo notturno. Il bisogno di grattarsi frequentemente porta, inoltre, alla formazione di lesioni cutanee come croste e vescicole. La pelle risulta particolarmente irritata e ruvida al tatto e le macchie possono espandersi andando ad interessare consistenti zone cutanee “fuse” tra di loro.

Tale sintomatologia può accompagnarsi talvolta a forme di asma o rinite allergica, oltre che ad infezioni della pelle, conseguenza di una barriera cutanea scadente.

Dermatite atopica: fattori scatenanti

Per quanto riguarda le cause della malattia, esse vanno ricercate nel campo delle ipotesi. Pare piuttosto probabile l’esistenza di un fattore ereditario: chi ha sofferto di questo disturbo corre un rischio maggiore di trasmetterlo ai propri figli.

Un difettoso sistema immunitario può contribuire all’insorgere dell’infiammazione, dal momento che la pelle non è in grado di svolgere appieno la sua funzione di barriera protettiva.
Nel novero delle possibilità si inserisce anche lo stress o altri fattori emozionali, mentre pare assodato che le città maggiormente inquinate o caratterizzate da un clima freddo registrino un maggior numero di casi.

Dermatite atopica: come contrastarla

L’eczema costituzionale è un disturbo cronico, che può ripresentarsi nel tempo. È importante, quindi, conoscere ciò che si può fare per lenire i sintomi più fastidiosi e trasformare il disagio in qualcosa di gestibile.
Bisogna partire dal presupposto che chi soffre di eczema ha una pelle ipersensibile e, di conseguenza, vulnerabile e che mal sopporta il contatto con sostanze estranee, anche se non particolarmente irritanti. Come prendersene cura?

L’idratazione della cute è molto importante visto che la dermatite atopica genera secchezza, tuttavia è necessario applicare detergenti e creme specifiche, particolarmente delicate ed in grado di alleviare il prurito spesso intenso.

Sotto la doccia è meglio evitare l’uso di saponi, privilegiando invece prodotti poco aggressivi per la pelle. Sono consigliabili bagni o docce di durata limitata e non troppo frequenti.

Anche l’applicazione di creme emollienti sul corpo ancora umido può essere un valido aiuto per dare sollievo alla cute, contribuendo a rafforzarne il naturale ruolo di barriera protettiva.
Infine, è preferibile indossare indumenti in cotone (meglio se bianco), evitando che la pelle venga a contatto con tessuti sintetici.

Dermatite: consigli per affrontarla nel modo giusto

La dermatite atopica è piuttosto fastidiosa: l’eruzione cutanea che scatena può creare grossi disagi, soprattutto durante la bella stagione quando si vorrebbe andare al mare a rilassarsi. L’esposizione al sole non è sconsigliata, anzi può aiutare la malattia a regredire. Occorre, però, scegliere le ore meno calde del giorno e proteggere la pelle, in particolar modo quella dei più piccoli, con creme solari delicate e senza profumi.

La sabbia e l’acqua salata possono peggiorare l’irritazione della cute. Evitare il mare quindi? Niente affatto. Basta seguire alcuni semplici consigli: innanzitutto è meglio far seguire il bagno in mare da una doccia, in modo da iniziare a togliere dal corpo le tracce di salsedine.

Se necessario occorre cambiare il costume bagnato. La sera, a casa, è raccomandabile lavarsi con acqua tiepida utilizzando detergenti non aggressivi e usare sulla pelle asciutta un emolliente come doposole.

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Utilizzo del laser Q-Switched per trattamento di macchie cutanee

Quello delle macchie cutanee è un problema che affligge moltissime persone, se in passato questi inestetismi erano quasi impossibili da eliminare, perlomeno con trattamenti poco invasivi ed indolore ad oggi le cose sono cambiate.

L’utilizzo del laser Q-Switched rappresenta infatti una vera e propria rivoluzione nel campo dei trattamenti cutanei consentendo un approccio selettivo e indolore.

Quali sono i vantaggi dell’utilizzo del laser Q-Switched

Grazie al laser Q-Switched è possibile intervenire direttamente sulle lesioni cutanee pigmentate, che siano macchie acquisite o congenite ma è possibile anche intervenire per l’eliminazione dei tatuaggi.

Il laser Q-Switched utilizza il principio della fototermolisi selettiva, il fascio di luce emesso da uno specifico strumento è direzionato sul lembo di pelle da trattare, lasciando intatta la zona circostante.

Inoltre, la tecnologia elevata di questo trattamento consente di emanare il fascio di luce in un periodo brevissimo, pochi nano-secondi, brevità che insieme alla selettività impedisce che il calore possa espandersi danneggiando i tessuti circostanti.

Il comfort che il trattamento laser Q-Switched assicura non è minimamente paragonabile ai diversi trattamenti laser precedenti.

Come funziona il trattamento laser Q-Switched

Se soffri o hai sofferto di acne, inestetismi cutanei, cicatrici o anche per rimuovere in modo efficace un tatuaggio, la laser terapia con tecnologia Q-Switched è la soluzione ideale. Rispetto ai trattamenti e alle metodiche precedenti la terapia laser è molto più efficace e meno invasiva, il tempo di convalescenza post-intervento è ridotto e non lascia cicatrici.

I vantaggi del laser sono innegabili, questo è il motivo per cui presso lo studio della dermatologa Pozzi, è possibile, sottoporsi ad interventi per la rimozione delle macchie cutanee con il laser Q-Switched. Fino a pochi anni fa anche solo pensare che fosse possibile puntare sulla pelle un laser così potente era fantascienza, oggi invece grazie alle avanzate scoperte tecnologiche e alle numerose ricerche le cose sono cambiate.

La tecnologia laser Q-Switched riesce quindi a individuare le particelle pigmentate o anche solo il colore dei tatuaggi, il laser frammenta i tessuti interessati da questo problema salvando le aree vicine. Come tutte le altre tecnologia avanzate messe a disposizione della medicina estetica anche per il laser è fondamentale affidarsi ad operatori esperti che sappiano come intervenire sui problemi cutanei.

Quali macchie possono essere eliminate con il laser Q-Switched

Prima di essere sottoposti alla terapia laser è fondamentale trovare la causa delle macchie cutanee che si desidera eliminare.

Il laser Q-Switched è uno dei più sicuri ed efficaci grazie alla produzione di luce a 532 nm sotto forma di impulsi ad energia elevata emessi in nano-secondi ed è efficace su:

  • macchie iper-pigmentate come lentiggini, macchie solari o efelidi,
  • rimozione dei tatuaggi,
  • correzione della couperose,
  • interventi volti al ringiovanimento delle cellule cutanee,
  • iper-pigmentazioni dovute a farmaci o terapie specifiche.

Prima di sottoporsi all’intervento è fondamentale non esporsi alla luce solare diretta e non assumere farmaci che rendono sensibili alla luce.

Inoltre, nel periodo post-operatorio bisogna applicare sempre dei filtri solari e delle creme antibiotiche.

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Verruche e bambini: come curarle?

Verruche: cosa sono?

Note anche come porri, le verruche non sono altro che infezioni virali che possono apparire sulla pelle dei bambini, sotto forma di escrescenze dure, tondeggianti per forma, di colore tra il grigio ed il marrone e con numerosi puntini neri al suo interno. Per quanto fastidiose e per nulla piacevoli alla vista, le verruche sono innocue e, a meno che non compaiano sulle piante dei piedi, assolutamente non dolorose.

Cause delle verruche nei bambini

I graffi sulle dita dei piedi e delle mani, così come i taglietti, sono tra le cause più ricorrenti, in riferimento alle verruche nei bambini.

Ecco come potrete individuarle e curarle in maniera efficace.

Come individuare le verruche nei bambini

Sostanzialmente, sono ben tre le tipologie di verruche che interessano i bambini:

1. Verruche volgari: sono escrescenze particolarmente rugose che possono essere presenti sull’intero ambito cutaneo. Differiscono dai fibromi penduli, presenti solo negli adulti e non nei bambini, in quanto non hanno nulla a che vedere con le protuberanze della pelle.

2. Verruche piane: sono estremamente sottili, piatte nella sommità e compaiono principalmente sul volto del bambino. Se presenti sulle mani, sulle ginocchia o sulle braccia dei bambini, in linea di massima, le verruche piane appaiono a grappoli.

3. Verruche plantari: trattasi di ispessimenti della cute che compaiono nella pianta dei piedi dei bambini. Sono le più ostiche da trattare, in quanto sottoposte ad urti e a contatti continui

Come evitare le verruche nei bambini

Non è affatto cosa facile evitare le verruche nei bambini, per il semplice motivo che il contagio avviene in maniera indiretta attraverso gli oggetti contaminati oppure mediante contatto interumano. Le piscine sono contesti in cui aumentano le probabilità di infettarsi, in quanto ambienti comuni dove si cammina scalzi e c’è contatto diretto fra i bambini. Inoltre, le temperature sono di sicuro sopra la media, così come il livello di umidità.

Si consideri comunque che le difese immunitarie giocano un ruolo importantissimo. Ecco spiegato il motivo per cui non tutti i bambini devono vedersela con le verruche. Di metodi sicuri per evitare le verruche non ve ne sono. Tuttavia, è scelta saggia lavarsi le mani in maniera regolare ed accurata; inoltre, in caso di graffi e di tagli, la gerita va necessariamente disinfettata, perché anche la più piccola ulcerazione aperta della pelle comporta un aumento dei rischi di comparsa delle verruche, oltre che di ulteriori infezioni.

Nel caso delle verruche plantari, diventa più semplice evitarle. Il problema si verifica di frequente nelle docce comuni o, come già detto, nelle piscine. Di conseguenza, è sufficiente non camminare scalzi, indossare sempre le ciabatte o sandali impermeabili, meglio se di gomma, asciugare bene i piedi e non condividere calze, guanti, asciugamani e calze. Inoltre, i bambini non devono graffiare le verruche, perché ci sarebbero maggiori rischi di auto-contagio. Evitare questa tipologia di verruche è poi un dato di fatto.

Come curare le verruche nei bambini

E’ opportuno evitare i rimedi fai da te. In fase iniziale, la verruca viene ammorbidita in acqua tiepida, in modo da rendere più semplice la rimozione della pelle morta tramite apposita limetta.

Di fatto, mai passare la limetta sulla verruca in maniera diretta, né tanto meno utilizzare le unghie, perché agevolerebbero la diffusione del virus.

Se presenti sul viso, le verruche sono sinonimo di disagio psicologico: di fatto, diventa opportuno optare per il trattamento dermatologico. La crioterapia, ad esempio, è una soluzione particolarmente gettonata: il congelamento della verruca viene effettuato direttamente in studio. Si può intervenire per eliminarle anche mediante trattamenti basati su miscele di acidi che risolvono il problema alla radice.

Fra le opzioni terapeutiche più in voga circa il trattamento delle verruche nei bambini, una menzione speciale lo merita quello con la cantaridina. La verruca viene trattata in ambulatorio, ricorrendo ad una tintura a base di cantaridina, sostanza che comporta la formazione di vescicole. In poco meno di una settimana, nel corso della visita di controllo, la verruca morta viene asportata.

Per ciò che concerne le verruche comuni, spesso il trattamento dermatologico maggiormente impiegato è quello del curettage: dapprima la verruca viene raschiata mediante il ricorso ad uno strumento a forma di cucchiaio e poi viene rimossa tramite cauterizzazione, vale a dire ricorrendo alla tecnica della bruciatura, eseguita con il cauterio, strumento chirurgico, atto a rimuovere le escrescenze cutanee e le imperfezioni della pelle.

Conclusioni

Affidarsi al trattamento dermatologico è la scelta più saggia per curare le verruche nei bambini, in quanto si accelera il processo di guarigione. Senza il trattamento, la verruca cadrebbe da sola in un arco di tempo variabile tra pochi mesi ed un anno. Ma di attendere, francamente, non ne vale la pena. Con i trattamenti presso il nostro studio dermatologico, il problema viene risolto ora e subito in maniera impeccabile!

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Esistono trattamenti efficaci contro la Couperose?

Couperose: cos’è e come si tratta

La couperose è una patologia il cui nome deriva sia dalla parola latina “cupri rosa”, che dalla parola francese che si utilizza per indicare qualcosa che è di un colore molto simile al rosso.

La couperose è una patologia che riguarda la pelle e più in particolare quella del volto la quale inizia a presentare delle strane zone di colore rosso a causa dell’alterazione (dilatazione) dei vasi sanguigni. In generale, il viso è la parte del corpo maggiormente esposta a eventuali agenti dannosi, alle radiazioni solari, al vento, al cambiamento di temperatura.

Questa malattia, nota anche con il termine di “copparosa” si presenta con maggior frequenza nella regione degli zigomi con un aspetto tipico ad ali di farfalla. A causa dell’impatto visivo che essa genera, la couperose non è indicata come una patologia ma come piuttosto un problema di tipo estetico.

Sintomi e incidenza

La couperose si presenta con una frequenza e con un’incidenza maggiore nelle donne con età superiore ai 30 anni. Nonostante questa statistica, la patologia in questione non è solo un disturbo del sesso femminile ma può riguardare anche l’uomo con una probabilità di circa il 20%.

Di norma poi la couperose tende a presentarsi in soggetti con un particolare tipo di pelle, ossia una pelle chiara e sottile e che perciò risulta facilmente irritabile.
Da un punto di vista clinico-medico questa è riconosciuta come una patologia che altera il profilo cutaneo del volto e che è dovuta ad un’anomala dilatazione dei vasi sanguigni e da una conseguente stasi di sangue il cui accumulo rende la pelle di colore rossastra.

Oltre al diverso colore del volto in alcune aree (zigomi soprattutto), un altro sintomo molto frequente e che perciò aiuta spesso a fare diagnosi di questo tipo di malattia, è quello legato alle forti sensazioni di calore che interessano soprattutto la parte arrossata. Se trascurata la couperose può presentare accanto alla dilatazione dei vasi delle lesioni papulo pustolose che spesso interessano la zona centrofacciale ma vi può essere anche un
coinvolgimento oculare.

Trattamenti utili ed efficaci per la couperose

Per quello che riguarda il trattamento della couperose, spesso si avvale di un approccio puramente estetico anche se esistono casi più gravi in cui lo specialista può consigliare l’utilizzo di alcuni farmaci oppure trattamenti leggermente invasivi finalizzati al miglioramento della condizione del derma.

Ricordiamo però che i prodotti cosmetici in quanto tali e sulla base di quanto stabilito dalla legge italiana, non possono in alcun modo agire sulla circolazione sanguigna poiché non possono avere finalità curative ma solo di natura estetica.

Per questo motivo, i cosmetici che vengono suggeriti dovranno contenere unicamente ingredienti il cui scopo è quello di ridurre l’arrossamento, alleviare il bruciore, diminuire la sensazione di calore.
Non è un caso infatti che spesso si utilizzano prodotti che sono preparati con acque termali.

Insieme a prodotti di natura chimico-industriale, sul mercato sono presenti anche creme in grado di agire sulla circolazione. Consigliate perciò sono le pomate a base di camomilla, malva, calendula, mirtillo, tutti quei prodotti preferibilmente senza profumo, oli essenziali (olio di rosa, di borragine, olio di rosa mosqueta).

Tra le tante raccomandazioni, troviamo anche quella di eliminare il vizio del fumo dalla propria vita, di ridurre al minimo eventuali sbalzi di temperatura (brusco passaggio da una zona calda ad una fredda), avere una alimentazione corretta ed equilibrata con un importante apporto di frutta e verdura, vitamine P e C. Si consiglia inoltre di evitare creme dannose per la pelle, ma piuttosto di proteggere questa dall’azione dei raggi solari.

Insieme a tutto ciò è opportuno integrare anche una corretta pulizia quotidiana del viso con una accurata detersione per rimuovere trucco e residui di sporco, e a seguire un’idratazione con creme possibilmente non grasse.

Nonostante tutto ciò sia efficace e che il beneficio di questi trattamenti sia garantito non solo dalla scienza ma anche da coloro che ne hanno fatto esperienza, è bene sapere che per agire più in profondità è necessario rivolgersi all’ambulatorio di dermatologia la cui azione consiste in un laser che in più sedute chiude i vasi che sono all’origine del problema; a seguito di questa va spalmata la zona trattata con creme adatte.
Per ogni necessità, come sempre, evitate rimedi fai da te ed affidatevi ad un esperto che vi saprà consigliare la soluzione migliore in base al vostro tipo di problema.

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Trattamenti con il botulino

Ridurre le rughe da espressione con il botulino

Cos’è il botulino (tossina botulinica)


Il
botulino è un trattamento attraverso il quale si effettua la correzione delle rughe mimiche del viso. In particolare riguarda l’iniezione di un farmaco (la tossina botulinica) nella zona dei muscoli mimici che producono la ruga. Lo stiramento momentaneo della ruga di suddetti muscoli provoca la diminuzione delle rughe originate dal susseguirsi della sollecitazione meccanica. Attraverso il botulino è possibile trattare con successo le zampe di gallina, rughe gabellari e frontali.

L’impiego del botulino (in Italia la tossina botulinica è distribuita con il nome di Vistabex) è la principale freccia a disposizione della medicina estetica contro l’invecchiamento cutaneo. Secondo delle statistiche statunitensi, il botulino è divenuto il trattamento medicale più ricercato e operato al mondo da quando lo stesso è stato ratificato per fini estetici.

Basti pensare che all’anno il numero di infiltrazioni eseguite in tutto il mondo superano i 5 milioni. Affinché la procedura di infiltrazione del botulino avvenga in modo corretto è necessario essere perfettamente a conoscenza sia della mimica che dell’anatomia del viso, così da poter ritoccare gli inestetismi desiderati.

Rughe d’espressione

Il principale responsabile della comparsa di rughe è la mimica facciale. Ad ogni espressione del viso gli spostamenti dei muscoli mimici causano un rilassamento e una contrazione della pelle. Questo fatto con il passare del tempo causa dei segni indelebili alla pelle e un’impossibilità da parte dei muscoli di rilassarsi completamente.

La conseguenza di tutto ciò è un volto scavato da rughe visibili con conseguente conferimento al viso di un’aria abbastanza cupa. Attraverso la tossina botulinica è possibile agire proprio sulla causa delle rughe mimiche.

Il trattamento

Nella maggior parte dei casi, non richiedendo una specifica preparazione, il trattamento viene realizzato a seguito della visita specialistica. La durata media della seduta è all’incirca di 20 minuti, ha luogo senza anestesia in ambulatorio e praticamente consiste nell’iniezione della tossina botulinica per mezzo di un ago molto sottile all’interno dei muscoli mimici colpevoli della formazione delle rughe d’espressione.

Allo scopo di individuare i muscoli soggetti all’azione della tossina, alla paziente viene richiesto di raggrinzare i muscoli facciali (in particolare aggrottare le sopracciglia, corrugare la fronte e arricciare il naso). I primi effetti del botulino saranno percepibili dopo 4-5 giorni, ovvero quando il muscolo corrugatore avrà cominciato a rilassarsi. Il risultato massimo sarà invece visibile dopo un mese.

A seguito del trattamento non saranno previsti fasciature o medicazioni ne tantomeno periodi di ricovero, pertanto le normali attività potranno essere immediatamente riprese. Non vi sono effetti secondari a seguito del trattamento. Nausea ed emicrania sono gli effetti riscontrati da alcuni pazienti, effetti che in ogni caso sono spariti dopo poche ore. Essendo una soluzione momentanea e del tutto irreversibile, è necessario che le iniezioni di botulino vengano ripetute (anche due volte l’anno).

Il risultato

I muscoli mimici colpevoli della formazione delle rughe vengono rilassati temporaneamente attraverso il botulino. Il risultato di tali infiltrazioni è che l’impulso meccanico alla creazione della ruga viene interrotto con conseguente distensione della pelle che elimina il segno cutaneo.

Questa eliminazione o riduzione drastica (a seconda dei casi) delle rughe di origine mimica non è permanente, i risultati prodotti dal trattamento hanno una durata che va da 3 a 6 mesi. Man mano che ci si avvicina alla fine di questo periodo i muscoli mimici riacquistano gradualmente la loro motilità con conseguente riformazione delle rughe. Per questo (come detto anche in precedenza) è necessario ripetere il trattamento per far si che l’effetto non svanisca.

Risultato naturale? Attenzione al dosaggio

L’inienzione di botulino deve essere eseguito facendo attenzione ai dosaggi prescritti. I dosaggi utilizzati in America sono ben superiori rispetto a quelli europei e tendono a dare risultati estetici non naturali. Questo perché la quasi completa diminuzione della mimica facciale comporta si la rimozione delle rughe ma al tempo stesso produce un viso del tutto privo di espressione.

Il miglior modo di sfruttare questo trattamento è quello di adottare il dosaggio minimo tale da ridurre sì la motilità dei muscoli facciali ma senza produrre risultati che possano risultare non naturali.

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Epilazione Laser

Epilazione laser: una pelle perfetta per sempre

L’epilazione laser, assieme alla luce pulsata costituisce uno dei metodi più efficaci per far si che il pelo venga rimosso in maniera definitiva. Grazie a questo trattamento sarà possibile dire per sempre addio a scomodi rasoi, cerette dolorose e tanti altre metodiche di depilazione scomodi.

Come funziona il trattamento

Attraverso l’epilazione laser il pelo non viene strappato bensì il follicolo è annientato tramite un raggio laser. La sua lunghezza d’onda è tale da far si che venga attaccato soltanto il bulbo pilifero, lasciando intatta la restante struttura della pelle.

Le melanina, la cui quantità determina la colorazione più o meno scura della cute, assimilando la luce generata dal laser si riscalda raggiungendo oltre i 60 ºC e annienta il follicolo pilifero. La conseguenza di tutto ciò è che quest’ultimo non genera più peli.

Caratteristiche e vantaggi dell’epilazione laser

L’epilazione laser è pressoché indolore, l’unico fastidio che si potrebbe percepire è quello simile a una puntura di ago, o intenso calore. Il laser ad ogni impulso opera su una porzione di pelle di circa 2 centimetri quadri.

Tutti i soggetti in questione (paziente e medico/estetista) hanno l’obbligo di indossare durante il trattamento degli occhiali protettivi. Il mese antecedente all’epilazione laser si devono evitare decolorazioni dei peli, cerette o rimozioni degli stessi tramite pinzette. Non è possibile sbarazzarsi dei peli con una singola seduta. Il consiglio è quello di eseguire un numero di trattamenti compreso tra 5 e 10, la variabilità è legata a diversi fattori come il tipo di pelle, l’età e le caratteristiche dei peli.

A seconda della zona dove si va ad operare la durata del trattamento varia da un minimo di 15 minuti a un massimo di 4 ore. Nel complesso gli effetti collaterali che si possono riscontrare sono sporadici e in ogni caso temporanei. Grazie alle tecniche perfezionate e ultramoderne sono stati progettati trattamenti di alto livello che nel peggiore dei casi comportano arrossamenti della pelle della durata di pochi giorni.

Per fare un paragone, l’epilazione laser risulta meno dolorosa della ceretta araba e della cera a caldo e molto più efficace di epilatori elettrici e creme depilatorie.

Essa presenta tutta una serie di vantaggi: oltre a risultare del tutto indolore, favorisce una diminuzione del diametro e della quantità dei peli, senza contare il fatto che tramite questo trattamento si avrà una ricrescita estremamente lenta se non addirittura nulla. La cosa fondamentale è seguire gli accorgimenti detti poco prima e prendere parte ad un numero giusto di sedute.

Con il susseguirsi dei trattamenti, si avrà una ricrescita dei peli sempre meno veloce (si partirà da un periodo di 4 settimane fino ad arrivare a diversi mesi) e con un diametro sempre più sottile. Vista la sua efficacia e il fatto di essere del tutto indolore, l’epilazione laser è una tecnica utilizzata molto spesso dalle donne per effettuare la depilazione completa delle zone intime.

Controindicazioni dell’epilazione laser

Perché l’epilazione laser sia efficace è necessario che i peli siano pigmentatati e spessi, il trattamento è inefficace sulla peluria. Questo è il motivo principale per cui è consigliato usufruire di tale di tecnica in zone quali gambe, ascelle e inguine, ovvero zone caratterizzate da una peluria spessa e di colorazione nera.

L’epilazione laser non produce effetti sui peli privi di melanina (quelli decolorati) e su quelli rossi, bianchi e biondi. Dal momento che in seguito al trattamento è da evitarsi l’esposizione ai raggi solari, sarebbe appropriato sottoporvisi durante i mesi invernali così da scongiurare eventuali controindicazioni. Per il medesimo motivo è consigliabile testare il laser prima su una piccola porzione poco esposta, in modo da constatare i suoi effetti sul tipo di pelle che si dispone.

Nel caso di pelli caratterizzate dalla presenza di molti nei è bene prestare particolare attenzione all’esecuzione dell’epilazione, a tale scopo i nei andrebbero coperti prima del trattamento. Anche coloro che si trovano in gravidanza possono sottoporsi a tale trattamento, tuttavia esso potrebbe risultare alquanto fastidioso dal momento che la pelle di una donna incita è ipersensibile.

È una soluzione definitiva l’epilazione laser?

Nonostante sia ritenuta definitiva, è bene sottolineare che attraverso essa è possibile rimuovere circa l’80% dei peli (nelle zone trattate rimarranno comunque alcuni piccoli peli sottili e chiari). In ogni caso un trattamento costante permetterà di avere dei peli sempre più scarsi e fini.

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