Maria Luisa Pozzi - MioDottore.it

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Utilizzo del laser Q-Switched per trattamento di macchie cutanee

Quello delle macchie cutanee è un problema che affligge moltissime persone, se in passato questi inestetismi erano quasi impossibili da eliminare, perlomeno con trattamenti poco invasivi ed indolore ad oggi le cose sono cambiate.

L’utilizzo del laser Q-Switched rappresenta infatti una vera e propria rivoluzione nel campo dei trattamenti cutanei consentendo un approccio selettivo e indolore.

Quali sono i vantaggi dell’utilizzo del laser Q-Switched

Grazie al laser Q-Switched è possibile intervenire direttamente sulle lesioni cutanee pigmentate, che siano macchie acquisite o congenite ma è possibile anche intervenire per l’eliminazione dei tatuaggi.

Il laser Q-Switched utilizza il principio della fototermolisi selettiva, il fascio di luce emesso da uno specifico strumento è direzionato sul lembo di pelle da trattare, lasciando intatta la zona circostante.

Inoltre, la tecnologia elevata di questo trattamento consente di emanare il fascio di luce in un periodo brevissimo, pochi nano-secondi, brevità che insieme alla selettività impedisce che il calore possa espandersi danneggiando i tessuti circostanti.

Il comfort che il trattamento laser Q-Switched assicura non è minimamente paragonabile ai diversi trattamenti laser precedenti.

Come funziona il trattamento laser Q-Switched

Se soffri o hai sofferto di acne, inestetismi cutanei, cicatrici o anche per rimuovere in modo efficace un tatuaggio, la laser terapia con tecnologia Q-Switched è la soluzione ideale. Rispetto ai trattamenti e alle metodiche precedenti la terapia laser è molto più efficace e meno invasiva, il tempo di convalescenza post-intervento è ridotto e non lascia cicatrici.

I vantaggi del laser sono innegabili, questo è il motivo per cui presso lo studio della dermatologa Pozzi, è possibile, sottoporsi ad interventi per la rimozione delle macchie cutanee con il laser Q-Switched. Fino a pochi anni fa anche solo pensare che fosse possibile puntare sulla pelle un laser così potente era fantascienza, oggi invece grazie alle avanzate scoperte tecnologiche e alle numerose ricerche le cose sono cambiate.

La tecnologia laser Q-Switched riesce quindi a individuare le particelle pigmentate o anche solo il colore dei tatuaggi, il laser frammenta i tessuti interessati da questo problema salvando le aree vicine. Come tutte le altre tecnologia avanzate messe a disposizione della medicina estetica anche per il laser è fondamentale affidarsi ad operatori esperti che sappiano come intervenire sui problemi cutanei.

Quali macchie possono essere eliminate con il laser Q-Switched

Prima di essere sottoposti alla terapia laser è fondamentale trovare la causa delle macchie cutanee che si desidera eliminare.

Il laser Q-Switched è uno dei più sicuri ed efficaci grazie alla produzione di luce a 532 nm sotto forma di impulsi ad energia elevata emessi in nano-secondi ed è efficace su:

  • macchie iper-pigmentate come lentiggini, macchie solari o efelidi,
  • rimozione dei tatuaggi,
  • correzione della couperose,
  • interventi volti al ringiovanimento delle cellule cutanee,
  • iper-pigmentazioni dovute a farmaci o terapie specifiche.

Prima di sottoporsi all’intervento è fondamentale non esporsi alla luce solare diretta e non assumere farmaci che rendono sensibili alla luce.

Inoltre, nel periodo post-operatorio bisogna applicare sempre dei filtri solari e delle creme antibiotiche.

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Verruche e bambini: come curarle?

Verruche: cosa sono?

Note anche come porri, le verruche non sono altro che infezioni virali che possono apparire sulla pelle dei bambini, sotto forma di escrescenze dure, tondeggianti per forma, di colore tra il grigio ed il marrone e con numerosi puntini neri al suo interno. Per quanto fastidiose e per nulla piacevoli alla vista, le verruche sono innocue e, a meno che non compaiano sulle piante dei piedi, assolutamente non dolorose.

Cause delle verruche nei bambini

I graffi sulle dita dei piedi e delle mani, così come i taglietti, sono tra le cause più ricorrenti, in riferimento alle verruche nei bambini.

Ecco come potrete individuarle e curarle in maniera efficace.

Come individuare le verruche nei bambini

Sostanzialmente, sono ben tre le tipologie di verruche che interessano i bambini:

1. Verruche volgari: sono escrescenze particolarmente rugose che possono essere presenti sull’intero ambito cutaneo. Differiscono dai fibromi penduli, presenti solo negli adulti e non nei bambini, in quanto non hanno nulla a che vedere con le protuberanze della pelle.

2. Verruche piane: sono estremamente sottili, piatte nella sommità e compaiono principalmente sul volto del bambino. Se presenti sulle mani, sulle ginocchia o sulle braccia dei bambini, in linea di massima, le verruche piane appaiono a grappoli.

3. Verruche plantari: trattasi di ispessimenti della cute che compaiono nella pianta dei piedi dei bambini. Sono le più ostiche da trattare, in quanto sottoposte ad urti e a contatti continui

Come evitare le verruche nei bambini

Non è affatto cosa facile evitare le verruche nei bambini, per il semplice motivo che il contagio avviene in maniera indiretta attraverso gli oggetti contaminati oppure mediante contatto interumano. Le piscine sono contesti in cui aumentano le probabilità di infettarsi, in quanto ambienti comuni dove si cammina scalzi e c’è contatto diretto fra i bambini. Inoltre, le temperature sono di sicuro sopra la media, così come il livello di umidità.

Si consideri comunque che le difese immunitarie giocano un ruolo importantissimo. Ecco spiegato il motivo per cui non tutti i bambini devono vedersela con le verruche. Di metodi sicuri per evitare le verruche non ve ne sono. Tuttavia, è scelta saggia lavarsi le mani in maniera regolare ed accurata; inoltre, in caso di graffi e di tagli, la gerita va necessariamente disinfettata, perché anche la più piccola ulcerazione aperta della pelle comporta un aumento dei rischi di comparsa delle verruche, oltre che di ulteriori infezioni.

Nel caso delle verruche plantari, diventa più semplice evitarle. Il problema si verifica di frequente nelle docce comuni o, come già detto, nelle piscine. Di conseguenza, è sufficiente non camminare scalzi, indossare sempre le ciabatte o sandali impermeabili, meglio se di gomma, asciugare bene i piedi e non condividere calze, guanti, asciugamani e calze. Inoltre, i bambini non devono graffiare le verruche, perché ci sarebbero maggiori rischi di auto-contagio. Evitare questa tipologia di verruche è poi un dato di fatto.

Come curare le verruche nei bambini

E’ opportuno evitare i rimedi fai da te. In fase iniziale, la verruca viene ammorbidita in acqua tiepida, in modo da rendere più semplice la rimozione della pelle morta tramite apposita limetta.

Di fatto, mai passare la limetta sulla verruca in maniera diretta, né tanto meno utilizzare le unghie, perché agevolerebbero la diffusione del virus.

Se presenti sul viso, le verruche sono sinonimo di disagio psicologico: di fatto, diventa opportuno optare per il trattamento dermatologico. La crioterapia, ad esempio, è una soluzione particolarmente gettonata: il congelamento della verruca viene effettuato direttamente in studio. Si può intervenire per eliminarle anche mediante trattamenti basati su miscele di acidi che risolvono il problema alla radice.

Fra le opzioni terapeutiche più in voga circa il trattamento delle verruche nei bambini, una menzione speciale lo merita quello con la cantaridina. La verruca viene trattata in ambulatorio, ricorrendo ad una tintura a base di cantaridina, sostanza che comporta la formazione di vescicole. In poco meno di una settimana, nel corso della visita di controllo, la verruca morta viene asportata.

Per ciò che concerne le verruche comuni, spesso il trattamento dermatologico maggiormente impiegato è quello del curettage: dapprima la verruca viene raschiata mediante il ricorso ad uno strumento a forma di cucchiaio e poi viene rimossa tramite cauterizzazione, vale a dire ricorrendo alla tecnica della bruciatura, eseguita con il cauterio, strumento chirurgico, atto a rimuovere le escrescenze cutanee e le imperfezioni della pelle.

Conclusioni

Affidarsi al trattamento dermatologico è la scelta più saggia per curare le verruche nei bambini, in quanto si accelera il processo di guarigione. Senza il trattamento, la verruca cadrebbe da sola in un arco di tempo variabile tra pochi mesi ed un anno. Ma di attendere, francamente, non ne vale la pena. Con i trattamenti presso il nostro studio dermatologico, il problema viene risolto ora e subito in maniera impeccabile!

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Esistono trattamenti efficaci contro la Couperose?

Couperose: cos’è e come si tratta

La couperose è una patologia il cui nome deriva sia dalla parola latina “cupri rosa”, che dalla parola francese che si utilizza per indicare qualcosa che è di un colore molto simile al rosso.

La couperose è una patologia che riguarda la pelle e più in particolare quella del volto la quale inizia a presentare delle strane zone di colore rosso a causa dell’alterazione (dilatazione) dei vasi sanguigni. In generale, il viso è la parte del corpo maggiormente esposta a eventuali agenti dannosi, alle radiazioni solari, al vento, al cambiamento di temperatura.

Questa malattia, nota anche con il termine di “copparosa” si presenta con maggior frequenza nella regione degli zigomi con un aspetto tipico ad ali di farfalla. A causa dell’impatto visivo che essa genera, la couperose non è indicata come una patologia ma come piuttosto un problema di tipo estetico.

Sintomi e incidenza

La couperose si presenta con una frequenza e con un’incidenza maggiore nelle donne con età superiore ai 30 anni. Nonostante questa statistica, la patologia in questione non è solo un disturbo del sesso femminile ma può riguardare anche l’uomo con una probabilità di circa il 20%.

Di norma poi la couperose tende a presentarsi in soggetti con un particolare tipo di pelle, ossia una pelle chiara e sottile e che perciò risulta facilmente irritabile.
Da un punto di vista clinico-medico questa è riconosciuta come una patologia che altera il profilo cutaneo del volto e che è dovuta ad un’anomala dilatazione dei vasi sanguigni e da una conseguente stasi di sangue il cui accumulo rende la pelle di colore rossastra.

Oltre al diverso colore del volto in alcune aree (zigomi soprattutto), un altro sintomo molto frequente e che perciò aiuta spesso a fare diagnosi di questo tipo di malattia, è quello legato alle forti sensazioni di calore che interessano soprattutto la parte arrossata. Se trascurata la couperose può presentare accanto alla dilatazione dei vasi delle lesioni papulo pustolose che spesso interessano la zona centrofacciale ma vi può essere anche un
coinvolgimento oculare.

Trattamenti utili ed efficaci per la couperose

Per quello che riguarda il trattamento della couperose, spesso si avvale di un approccio puramente estetico anche se esistono casi più gravi in cui lo specialista può consigliare l’utilizzo di alcuni farmaci oppure trattamenti leggermente invasivi finalizzati al miglioramento della condizione del derma.

Ricordiamo però che i prodotti cosmetici in quanto tali e sulla base di quanto stabilito dalla legge italiana, non possono in alcun modo agire sulla circolazione sanguigna poiché non possono avere finalità curative ma solo di natura estetica.

Per questo motivo, i cosmetici che vengono suggeriti dovranno contenere unicamente ingredienti il cui scopo è quello di ridurre l’arrossamento, alleviare il bruciore, diminuire la sensazione di calore.
Non è un caso infatti che spesso si utilizzano prodotti che sono preparati con acque termali.

Insieme a prodotti di natura chimico-industriale, sul mercato sono presenti anche creme in grado di agire sulla circolazione. Consigliate perciò sono le pomate a base di camomilla, malva, calendula, mirtillo, tutti quei prodotti preferibilmente senza profumo, oli essenziali (olio di rosa, di borragine, olio di rosa mosqueta).

Tra le tante raccomandazioni, troviamo anche quella di eliminare il vizio del fumo dalla propria vita, di ridurre al minimo eventuali sbalzi di temperatura (brusco passaggio da una zona calda ad una fredda), avere una alimentazione corretta ed equilibrata con un importante apporto di frutta e verdura, vitamine P e C. Si consiglia inoltre di evitare creme dannose per la pelle, ma piuttosto di proteggere questa dall’azione dei raggi solari.

Insieme a tutto ciò è opportuno integrare anche una corretta pulizia quotidiana del viso con una accurata detersione per rimuovere trucco e residui di sporco, e a seguire un’idratazione con creme possibilmente non grasse.

Nonostante tutto ciò sia efficace e che il beneficio di questi trattamenti sia garantito non solo dalla scienza ma anche da coloro che ne hanno fatto esperienza, è bene sapere che per agire più in profondità è necessario rivolgersi all’ambulatorio di dermatologia la cui azione consiste in un laser che in più sedute chiude i vasi che sono all’origine del problema; a seguito di questa va spalmata la zona trattata con creme adatte.
Per ogni necessità, come sempre, evitate rimedi fai da te ed affidatevi ad un esperto che vi saprà consigliare la soluzione migliore in base al vostro tipo di problema.

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Trattamenti con il botulino

Ridurre le rughe da espressione con il botulino

Cos’è il botulino (tossina botulinica)


Il
botulino è un trattamento attraverso il quale si effettua la correzione delle rughe mimiche del viso. In particolare riguarda l’iniezione di un farmaco (la tossina botulinica) nella zona dei muscoli mimici che producono la ruga. Lo stiramento momentaneo della ruga di suddetti muscoli provoca la diminuzione delle rughe originate dal susseguirsi della sollecitazione meccanica. Attraverso il botulino è possibile trattare con successo le zampe di gallina, rughe gabellari e frontali.

L’impiego del botulino (in Italia la tossina botulinica è distribuita con il nome di Vistabex) è la principale freccia a disposizione della medicina estetica contro l’invecchiamento cutaneo. Secondo delle statistiche statunitensi, il botulino è divenuto il trattamento medicale più ricercato e operato al mondo da quando lo stesso è stato ratificato per fini estetici.

Basti pensare che all’anno il numero di infiltrazioni eseguite in tutto il mondo superano i 5 milioni. Affinché la procedura di infiltrazione del botulino avvenga in modo corretto è necessario essere perfettamente a conoscenza sia della mimica che dell’anatomia del viso, così da poter ritoccare gli inestetismi desiderati.

Rughe d’espressione

Il principale responsabile della comparsa di rughe è la mimica facciale. Ad ogni espressione del viso gli spostamenti dei muscoli mimici causano un rilassamento e una contrazione della pelle. Questo fatto con il passare del tempo causa dei segni indelebili alla pelle e un’impossibilità da parte dei muscoli di rilassarsi completamente.

La conseguenza di tutto ciò è un volto scavato da rughe visibili con conseguente conferimento al viso di un’aria abbastanza cupa. Attraverso la tossina botulinica è possibile agire proprio sulla causa delle rughe mimiche.

Il trattamento

Nella maggior parte dei casi, non richiedendo una specifica preparazione, il trattamento viene realizzato a seguito della visita specialistica. La durata media della seduta è all’incirca di 20 minuti, ha luogo senza anestesia in ambulatorio e praticamente consiste nell’iniezione della tossina botulinica per mezzo di un ago molto sottile all’interno dei muscoli mimici colpevoli della formazione delle rughe d’espressione.

Allo scopo di individuare i muscoli soggetti all’azione della tossina, alla paziente viene richiesto di raggrinzare i muscoli facciali (in particolare aggrottare le sopracciglia, corrugare la fronte e arricciare il naso). I primi effetti del botulino saranno percepibili dopo 4-5 giorni, ovvero quando il muscolo corrugatore avrà cominciato a rilassarsi. Il risultato massimo sarà invece visibile dopo un mese.

A seguito del trattamento non saranno previsti fasciature o medicazioni ne tantomeno periodi di ricovero, pertanto le normali attività potranno essere immediatamente riprese. Non vi sono effetti secondari a seguito del trattamento. Nausea ed emicrania sono gli effetti riscontrati da alcuni pazienti, effetti che in ogni caso sono spariti dopo poche ore. Essendo una soluzione momentanea e del tutto irreversibile, è necessario che le iniezioni di botulino vengano ripetute (anche due volte l’anno).

Il risultato

I muscoli mimici colpevoli della formazione delle rughe vengono rilassati temporaneamente attraverso il botulino. Il risultato di tali infiltrazioni è che l’impulso meccanico alla creazione della ruga viene interrotto con conseguente distensione della pelle che elimina il segno cutaneo.

Questa eliminazione o riduzione drastica (a seconda dei casi) delle rughe di origine mimica non è permanente, i risultati prodotti dal trattamento hanno una durata che va da 3 a 6 mesi. Man mano che ci si avvicina alla fine di questo periodo i muscoli mimici riacquistano gradualmente la loro motilità con conseguente riformazione delle rughe. Per questo (come detto anche in precedenza) è necessario ripetere il trattamento per far si che l’effetto non svanisca.

Risultato naturale? Attenzione al dosaggio

L’inienzione di botulino deve essere eseguito facendo attenzione ai dosaggi prescritti. I dosaggi utilizzati in America sono ben superiori rispetto a quelli europei e tendono a dare risultati estetici non naturali. Questo perché la quasi completa diminuzione della mimica facciale comporta si la rimozione delle rughe ma al tempo stesso produce un viso del tutto privo di espressione.

Il miglior modo di sfruttare questo trattamento è quello di adottare il dosaggio minimo tale da ridurre sì la motilità dei muscoli facciali ma senza produrre risultati che possano risultare non naturali.

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Epilazione Laser

Epilazione laser: una pelle perfetta per sempre

L’epilazione laser, assieme alla luce pulsata costituisce uno dei metodi più efficaci per far si che il pelo venga rimosso in maniera definitiva. Grazie a questo trattamento sarà possibile dire per sempre addio a scomodi rasoi, cerette dolorose e tanti altre metodiche di depilazione scomodi.

Come funziona il trattamento

Attraverso l’epilazione laser il pelo non viene strappato bensì il follicolo è annientato tramite un raggio laser. La sua lunghezza d’onda è tale da far si che venga attaccato soltanto il bulbo pilifero, lasciando intatta la restante struttura della pelle.

Le melanina, la cui quantità determina la colorazione più o meno scura della cute, assimilando la luce generata dal laser si riscalda raggiungendo oltre i 60 ºC e annienta il follicolo pilifero. La conseguenza di tutto ciò è che quest’ultimo non genera più peli.

Caratteristiche e vantaggi dell’epilazione laser

L’epilazione laser è pressoché indolore, l’unico fastidio che si potrebbe percepire è quello simile a una puntura di ago, o intenso calore. Il laser ad ogni impulso opera su una porzione di pelle di circa 2 centimetri quadri.

Tutti i soggetti in questione (paziente e medico/estetista) hanno l’obbligo di indossare durante il trattamento degli occhiali protettivi. Il mese antecedente all’epilazione laser si devono evitare decolorazioni dei peli, cerette o rimozioni degli stessi tramite pinzette. Non è possibile sbarazzarsi dei peli con una singola seduta. Il consiglio è quello di eseguire un numero di trattamenti compreso tra 5 e 10, la variabilità è legata a diversi fattori come il tipo di pelle, l’età e le caratteristiche dei peli.

A seconda della zona dove si va ad operare la durata del trattamento varia da un minimo di 15 minuti a un massimo di 4 ore. Nel complesso gli effetti collaterali che si possono riscontrare sono sporadici e in ogni caso temporanei. Grazie alle tecniche perfezionate e ultramoderne sono stati progettati trattamenti di alto livello che nel peggiore dei casi comportano arrossamenti della pelle della durata di pochi giorni.

Per fare un paragone, l’epilazione laser risulta meno dolorosa della ceretta araba e della cera a caldo e molto più efficace di epilatori elettrici e creme depilatorie.

Essa presenta tutta una serie di vantaggi: oltre a risultare del tutto indolore, favorisce una diminuzione del diametro e della quantità dei peli, senza contare il fatto che tramite questo trattamento si avrà una ricrescita estremamente lenta se non addirittura nulla. La cosa fondamentale è seguire gli accorgimenti detti poco prima e prendere parte ad un numero giusto di sedute.

Con il susseguirsi dei trattamenti, si avrà una ricrescita dei peli sempre meno veloce (si partirà da un periodo di 4 settimane fino ad arrivare a diversi mesi) e con un diametro sempre più sottile. Vista la sua efficacia e il fatto di essere del tutto indolore, l’epilazione laser è una tecnica utilizzata molto spesso dalle donne per effettuare la depilazione completa delle zone intime.

Controindicazioni dell’epilazione laser

Perché l’epilazione laser sia efficace è necessario che i peli siano pigmentatati e spessi, il trattamento è inefficace sulla peluria. Questo è il motivo principale per cui è consigliato usufruire di tale di tecnica in zone quali gambe, ascelle e inguine, ovvero zone caratterizzate da una peluria spessa e di colorazione nera.

L’epilazione laser non produce effetti sui peli privi di melanina (quelli decolorati) e su quelli rossi, bianchi e biondi. Dal momento che in seguito al trattamento è da evitarsi l’esposizione ai raggi solari, sarebbe appropriato sottoporvisi durante i mesi invernali così da scongiurare eventuali controindicazioni. Per il medesimo motivo è consigliabile testare il laser prima su una piccola porzione poco esposta, in modo da constatare i suoi effetti sul tipo di pelle che si dispone.

Nel caso di pelli caratterizzate dalla presenza di molti nei è bene prestare particolare attenzione all’esecuzione dell’epilazione, a tale scopo i nei andrebbero coperti prima del trattamento. Anche coloro che si trovano in gravidanza possono sottoporsi a tale trattamento, tuttavia esso potrebbe risultare alquanto fastidioso dal momento che la pelle di una donna incita è ipersensibile.

È una soluzione definitiva l’epilazione laser?

Nonostante sia ritenuta definitiva, è bene sottolineare che attraverso essa è possibile rimuovere circa l’80% dei peli (nelle zone trattate rimarranno comunque alcuni piccoli peli sottili e chiari). In ogni caso un trattamento costante permetterà di avere dei peli sempre più scarsi e fini.

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Importanza dell’autovalutazione dei nei

Che cosa sono i nei

I nei si presentano come lesioni pigmentate dell’epidermide che derivano da uno sviluppo anomalo dei melanociti, cellule contenenti melanina.
Solitamente si presentano sotto forma di macchie rotondeggianti che differiscono tra loro sia per dimensioni che per colore.

Possono essere congeniti (presenti dalla nascita) oppure acquisiti (comparire spontaneamente durante la vita).

Nella maggior parte dei casi si tratta di formazioni di natura benigna che, pur derivando da una modificazione citologica, non presentano caratteristiche pericolose.

Molto raramente i nei possono degenerare in melanoma, una neoplasia della pelle molto grave che, a seconda degli stadi di evoluzione, comporta conseguenze cliniche di notevole entità.

Anche se l’eziologia dei nei non è del tutto chiara, esistono comunque alcuni fattori predisponenti alla loro comparsa, che sono:
– immunodeficienza;
– fattori genetici;
– esposizione alla radiazioni ultraviolette per tempi prolungati e senza adeguata fotoprotezione;
– alterazioni ormonali;
– particolari trattamenti farmacologici.

In questi casi, la melanina contenuta nei melanociti tende ad accumularsi, provocando una iperpigmentazione localizzata che da origine al neo.

Tipologie di nei

I nei vengono classificati in tre classi, e precisamente:
intradermici: sono tipici dell’età adulta e vengono caratterizzati da una proliferazione di melanociti a livello di zone poste sotto all’epidermide, che provoca lesioni lievemente rilevate e di colore marrone chiaro;
giunzionali: sono caratteristici dell’infanzia e derivano da una proliferazione localizzata sulla giunzione dermo-epidermica, che produce neo-formazioni appiattite, di colore tendente al nero;
composti: hanno caratteri intermedi tra i primi due.

Le caratteristiche principali dei nei si riferiscono alla forma, che può essere rotonda oppure ovale ed assumere un aspetto piano o rilevato rispetto alla superficie cutanea; alla tonalità cromatica che varia dal marrone al rosso al nero; alle dimensioni che sono comprese tra uno e sei millimetri; alla superficie che può apparire liscia, rugosa o anche ricoperta di peli.

Importanza della autovalutazione dei nei

La precauzione principale per scongiurare il rischio della degenerazione di un neo in carcinoma della pelle è quella di effettuare costantemente un’attenta valutazione del suo aspetto.

Infatti, mentre i nei benigni mantengono inalterata la loro conformazione (per dimensioni, forma e colore) per tutta la vita, quelli ad elevato grado di malignità mostrano tendenza a modificarsi entro un breve lasso di tempo.

Una scrupolosa auto-analisi di tutte le parti del corpo consente pertanto di scoprire tempestivamente i segnali caratteristici della degenerazione maligna di un neo.

Una lesione sospetta si distingue per alcuni tipici segnali, che sono:
– forma asimmetrica ;
– bordo frastagliato, con eventuali incisure;
– tonalità cromatiche che variano dal nero al rosso, bianco oppure bruno;
– diametro superiore a 6 millimetri;
– trasformazione dell’aspetto (sollevamento dalla superficie cutanea);
– modificazione di consistenza (più dura o più morbida);
– comparsa di prurito e dolore;
– desquamazione;
– ulcerazione con sanguinamento.

Per valutare clinicamente l’aspetto dei nei è necessario sottoporsi a regolari visite dermatologiche durante le quali lo specialista effettua un esame dermatoscopico che, grazie alla documentazione fotografica, è in grado di identificare e monitorare la presenza di anomalie.

Nell’intervallo tra due visite dermatologiche risulta di grande importanza eseguire un’autovalutazione dei nei, che chiunque può mettere in atto mediante una semplice osservazione dell’epidermide.

Come effettuare l’autovalutazione dei nei

Per realizzare una corretta autovalutazione dei nei è necessario seguire la famosa “Regola dell’ABCDE“, che rappresenta il primo step che ognuno deve affrontare prima di rivolgersi allo specialista.

La regola dell’ABCDE si basa su cinque presupposti da analizzare, che sono:
– A come asimmetria
indica un accrescimento non uniforme del neo, che appare formato da due metà molto differenti tra loro;
– B come bordo
consiste in un’evidente irregolarità del margine della lesione;
– C come colore
di solito le tonalità molto scure e tendenti al nero-blu sono indicative di lesioni a rischio;
– D come dimensioni
risulta preoccupante un neo con dimensioni superiori a 6 millimetri;
– E come evoluzione
assume un carattere diagnostico la modificazione d’aspetto di un neo in un breve lasso di tempo (da sei a otto mesi).

Tutte le volte in cui un soggetto si rende conto che l’aspetto di uno o più nei si è modificato, oppure che sono subentrati segnali sospetti collegabili alle caratteristiche sopra elencate, è indispensabile effettuare al più presto una visita dermatologica.

Lo specialista, infatti, mediante apposite attrezzature, è in grado di effettuare una diagnosi precisa ed attendibile sulla presenza di lesioni neoplastiche oppure che stanno per trasformarsi in esse.

Pur trattandosi di una forma tumorale particolarmente aggressiva, il melanoma può venire curato con successo, a patto che la sua diagnosi sia eseguita tempestivamente.

Infatti se la lesione neoplastica non ha ancora raggiunto gli strati più profondi dell’apparato cutaneo, intervenendo tramite escissione chirurgica, è possibile asportare completamente la neoformazione prima che sia in grado di seminare metastasi nel torrente circolatorio.

Tra tutti i tipi di carcinoma della pelle, il melanoma è l’unico a metastatizzare e quindi la sua pericolosità risulta molto maggiore rispetto agli altri tumori della pelle.

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Rimozione tatuaggi con il laser: oggi si può!

È possibile rimuovere del tutto i tatuaggi? In cosa consiste il trattamento? Quanto dolore provoca il trattamento di rimozione? Cos’è la sindrome del tatuaggio fantasma? In questo articolo cercheremo di dare una risposta a tutti i quesiti in maniera tale da chiarire le idee a tutti coloro che sono intenzionati a rimuovere un tatuaggio.

 

Tatuaggi: è possibile rimuoverli del tutto?

Indipendentemente dalle loro caratteristiche, al giorno d’oggi è possibile rimuovere completamente e senza lasciare alcun segno tutti i tatuaggi, ciò grazie alla tecnologia messa a disposizione. Ovviamente esistono fattori che contribuiscono a rendere più o meno complicata la cancellazione di un tatuaggio, tra questi la sua estensione. Per fare un esempio, la rimozione di un tatuaggio risulta più agevole nella zona del tronco mentre man mano che ci si sposta verso la periferia degli arti il grado di difficoltà aumenta. Un’altro fattore molto importante è il colore.

Nel caso di tatuaggi monocromatici, marrone o nero, caratterizzati da sole ombreggiature o composti unicamente da punti, sono rimovibile in meno sedute. I colori invece come il verde, il celeste e sopratutto il bianco sono più ardui da rimuovere e pertanto necessitano di più sedute. Nel caso dei colori cosmetici è necessario innanzitutto far passare il colore dalla sua tonalità originaria al marrone o al nero, e successivamente avanzare con il trattamento.

Il tempo che intercorre tra le due sedute deve essere di almeno due mesi, durante tale periodo il paziente sarà costretto ad andare in giro con il tatuaggio marrone o nero qualsiasi sia il posto dove esso si trovi. La problematica attuale è che, venendo tolti in numerose modalità e forme (come ad esempio la rimozione chirurgica e la termoabrasione), gli stessi tatuaggi rimossi lasciano cicatrici ben visibili. Al fine di avere un buon risultato è importante affidarsi a un professionista che sia dotato dotato di laser ultramoderni e che sopratutto si preoccupi della manutenzione sia ordinaria che straordinaria della strumentazione.

 

In cosa consiste il trattamento

Le tipologie di laser adottati per la rimozione dei tatuaggi sono sostanzialmente due: il laser Q-Switched (di circa trent’anni fa) e il laser a picosecondi (uscito solo due anni fa).

L’energia sprigionata dall’onda elettromagnetica prodotta dal laser urta sulla cute e produce un effetto fotomeccanico che porta alla frantumazione del colore. Sono le “cellule spazzine” del corpo a far si che il tatuaggio venga rimosso, questi microfagi vengono messi in azione per “ripulire” la cute. La ripetizione del trattamento deve avvenire con almeno due mesi di distanza dal primo, non prima.

Maggiore è la distanza che intercorre tra le due sedute e più efficaci saranno i risultati. Il numero di sedute utili a rimuovere totalmente il tatuaggio variano però in base a diversi fattori: la posizione, se esso è policromatico o monocromatico, se è formato da punti o linee, se è stato soggetto a ripasso.

Alla fine di ogni seduta è necessario portare una medicazione (crema lenitiva e unguento) per almeno una settimana. Per i primi due giorni è inoltre necessario raffreddare la zona con una borsa del ghiaccio e prendere un antibiotico. Fondamentale è in questo periodo non scorticare la zona esposta a trattamento. L’epidermide, a seguito dell’energia sprigionata durante la frantumazione del colore, si solleva e ricopre il ruolo di medicazione biologica. Per questo motivo è bene non graffiare la zona trattata.

 

Il trattamento di rimozione è doloroso?

Senza giri di parole, il trattamento laser può essere doloroso, anche se ovviamente dipende sempre da persona a persona. Dal momento che rimuovere un tatuaggio non è semplice è normale che il processo possa essere doloroso. Grazie ai laser più all’avanguardia l’ effetto è paragonabile a una scossa elettrica lieve.

 

La sindrome del tatuaggio fantasma

Si sente parlare spesso di questa sindrome, ovvero di quei tatuaggi che una volta rimossi tendono a far rimanere sulla pelle un’ombra (per questo il nome sindrome del tatuaggio fantasma).

Bisogna però capire cosa si intende per tale sindrome, se si fa riferimento a cicatrici al cui centro rimane incorporato del colore, allora si ha un fantasma che non è più possibile togliere. Ciò avveniva in passato, con la strumentazione odierna il problema non si pone. Il fantasma non va confuso con il tatuaggio che è in procinto di sparire. Esso infatti andrà via trascorso un pò di tempo (nei casi estremi anche un paio d’anni).

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Solchi Naso-Labiali: trattarli con il filler

Rughe e solchi naso-labiali: di cosa si tratta?


L’avanzare dell’età comporta necessariamente alcuni cambiamenti superficiali e profondi che interessano la pelle e sono visibili anche dall’esterno. Questo accade poiché i radicali liberi unitamente ad altri elementi favoriscono l’invecchiamento cellulare e dunque la perdita di tono, elasticità, turgore e idratazione.

I tessuti, infatti, sono composti da elementi quali acido ialuronico, collagene ed elastina, essenziali per il loro sostegno e la rigenerazione cellulare. Quando questi sono presenti nelle giuste quantità permettono alla pelle di apparire piena e rimpolpata.


Come accennato, l’invecchiamento comporta una sensibile diminuzione nella produzione di tali elementi. Ne consegue che la pelle del volto appare spenta e svuotata. Non solo, alcune aree specifiche, presentano solchi e linee di espressione evidenti e questo avviene per via di un cedimento dei tessuti. Tra le zone del viso maggiormente coinvolte vi è l’area tra la base del naso e le labbra (in gergo professionale definita naso-labiale) poiché notevolmente coinvolta nei movimenti muscolari del volto.

Ogni sezione del viso presenta un grado di mobilità più o meno elevato che ne determina la perdita di tono e il cedimento. Proprio quella che interessa la parte inferiore dell’ovale, è interessata da centinaia di migliaia di micro e macro movimenti che vanno ad inficiare sulla turgidità del tessuto che tende a cedere.


I cosiddetti solchi naso labiali, infatti, si presentano come profonde linee verticali che si generano ai lati delle narici e terminano agli estremi della bocca (talvolta culminando nella zona del mento). Questi segni del tempo, compaiono generalmente a partire dai 30 anni e appesantiscono notevolmente il volto rendendolo stanco e spento.

Tra i trattamenti maggiormente suggeriti e impiegati per minimizzare tali solchi, specialmente quelli che interessano la zona naso-labiale, vi sono i filler. Questi ultimi sono sostanze iniettate nella pelle al fine di riempire e rimpolpare le zone interessate. Tra i filler più diffusi vi sono indubbiamente l’acido ialuronico e il collagene. Tuttavia, il più utilizzato è indubbiamente a base di acido ialuronico poiché questo permette di ottenere risultati naturali e duraturi.

Trattare i solchi naso-labiali con il filler


Come detto poc’anzi i solchi naso-labiali sono trattati efficacemente con i filler a base di acido ialuronico. Tuttavia è necessario che le iniezioni siano effettuate nell’area corretta per evitare che l’intera zona venga riempita e che il risultato finale risulti poco armonioso.


A tal proposito è bene sottolineare che, se hai intenzione di sottoporti a questo genere di trattamento dovrai rivolgerti ad un professionista qualificato, sia esso un dermatologo, un medico estetico o un chirurgo. Questo ti consentirà di ottenere il risultato che desideri senza incorrere in pericoli per la tua salute.


I filler, infatti, sono sostanze impiegate per riempire i solchi e correggere piccoli difetti. Le iniezioni di tali sostanze non risultano invasive o dolorose e vengono effettuate ambulatorialmente. Pertanto i filler costituiscono da tempo un’ottima alternativa alla chirurgia plastica.

Trattare i solchi naso-labiali con i filler, dunque, costituisce una valida soluzione per migliorare velocemente e in modo naturale l’aspetto del viso. Inoltre, essendo i filler sostanze riassorbibili, gli effetti tendono a svanire nel corso del tempo senza modificare in modo permanente il volto.

Benefici, effetti collaterali e controindicazioni del filler


Se stai pensando di sottoporti ad iniezioni di filler e vuoi valutarne i benefici e gli effetti collaterali devi sapere che questa tipologia di trattamento non risulta invasivo, non necessita di anestesia (ad eccezione di casi particolari), viene effettuato in ambulatorio e non richiede cure particolari per la guarigione.

Tra i benefici delle iniezioni di filler per il trattamento delle rughe naso-labiali vi sono:

  • risultato naturale e prevedibile: a differenza di altri trattamenti piuttosto invasivi che mutano i connotati del viso in maniera estrema;
  • riempimento armonioso dei solchi: le linee di espressione e le rughe sono riempite dall’interno con un effetto delicato e naturale;
  • immediato miglioramento della problematica trattata;
  • velocità nell’esecuzione: per eseguire il trattamento sono necessari pochi minuti e il risultato è visibile fin da subito;
  • non invasivo: non vi sono particolari controindicazioni e rischi per la salute;
  • poco costoso:rispetto ad altri trattamenti dello stesso tipo risulta decisamente più economico;
  • recupero immediato: il gonfiore, eventuali rossori e ematomi svaniscono in poche ore.


Per ciò che concerne le controindicazioni queste sono valutate dal professionista in base allo stato della pelle e di salute del soggetto che desidera sottoporsi al trattamento. Come accennato, inoltre, in genere non sono rilevati effetti collaterali dopo il trattamento. Tuttavia può accadere che nelle 24/48 ore successive alle iniezioni si presentino rossori, lividi ed eritemi.  

I risultati ottenuti, a seguito delle iniezioni di filler, variano da 6 a 8 mesi in base al prodotto utilizzato e allo stile di vita condotto, essendo comunque sostanze biocompatibili e completamente riassorbibili possono essere utilizzate in totale sicurezza.

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Biorivitalizzazione viso: restituire elasticità alla pelle

Tutto ciò che c’è da sapere sulla biorivitalizzazione

Biorivitalizzazione viso: di cosa si tratta?


Con il passare degli anni la pelle tende a perdere di tono ed elasticità. Questo accade poiché il processo di invecchiamento modifica la strutture del collagene e dell’elastina, proteine che compongono il derma. Tale cambiamento favorisce la comparsa di rughe e segni del tempo i quali donano al viso un aspetto stanco e spento. Tuttavia, per contrastarne o prevenirne la comparsa è possibile effettuare diversi trattamenti estetici. Tra quelli maggiormente impiegati e apprezzati negli ultimi anni vi è senza dubbio la biorivitalizzazione.
La biorivitalizzazione, conosciuta anche con il nome di biolifting, è un trattamento estetico non chirurgico, dunque non invasivo, in grado di migliorare l’elasticità e il tono della pelle. Per effettuarlo, il dermatologo o il medico estetico procede iniettando elementi cosiddetti biostimolanti (es. acido ialuronico) ma anche sali minerali e vitamine. Questi antiossidanti naturali, infatti, stimolano la produzione di collagene e idratano la pelle rendendola globalmente più piena e luminosa. Il risultato finale è quello di un viso ringiovanito e fresco. La biorivitalizzazione si basa su una tecnica molto semplice ma efficace. L’ago utilizzato per l’iniezione, infatti, produce micro traumi costanti che obbligano la pelle a produrre una quantità maggiore di acido ialuronico. Quest’ultimo è un elemento naturalmente presente nei tessuti connettivi in grado di rendere la pelle del viso e del corpo compatta e resistente. Come accennato, la biorivitalizzazione è un trattamento non invasivo che prevede l’impiego di elementi riassorbibili e biocompatibili pertanto eseguibile in regime ambulatoriale. Generalmente, il dermatologo o il medico estetico che procede al trattamento prepara la pelle eseguendo 3 step: pulizia, scrub e peeling leggero del viso. Successivamente, mediante aghi molto fini, lo specialista inietterà acido ialuronico, vitamine e amminoacidi in specifici punti del viso (quelli in cui sono presenti o potrebbero comparire le rughe più marcate). È opportuno ricordare che le figure professionali che possono eseguire tale trattamento sono: dermatologi, medici estetici, chirurghi estetici e chirurghi plastici.
Per ciò che concerne i possibili effetti collaterali questi non sono stati rilevati. Tuttavia dopo ciascuna seduta possono presentarsi rossori o piccoli lividi. In sintesi, dunque i benefici che potrai riscontrare sottoponendoti alle sedute di biorivitalizzazione sono:

  • riempimento delle rughe sottili;
  • azione ristrutturante;
  • azione antiossidante;
  • idratazione dei tessuti;
  • miglioramento globale dell’aspetto del viso.

Differenze tra biorivitalizzazione e filler


Date le caratteristiche della biorivitalizzazione spesso capita di confonderla o di avere delle perplessità su ciò che la differenzia dai comuni filler. Infatti, nonostante entrambi siano trattamenti estetici effettuati in ambulatorio, la biorivitalizzazione si distingue dal filler sia per la sua capillarità che per la funzione. Il biolifting, invero, permette alle sostanze iniettate di diffondersi nella pelle in una zona molto più ampia rispetto a ciò che accade con i filler. Inoltre, la sua funzione non è quella di riempire le rughe bensì di idratare i tessuti affinché ritrovino il turgore tipico della giovinezza. Non solo, la biorivitalizzazione, grazie ai microtraumi, è altresì in grado di stimolare la produzione di collagene e di elastina.
Nonostante queste differenze è importante sottolineare che, entrambi possono essere abbinati ad altri trattamenti per amplificarne i risultati.

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Mesoterapia: il trattamento contro la cellulite

La mesoterapia è l’innovativa e rivoluzionaria terapia che permette di eliminare i ristagni idrici che causano la cellulite nelle donne e negli uomini. È una terapia che si sta diffondendo molto perché i risultati sono efficaci ed efficienti in quanto apporta notevoli benefici alla pelle.

Cos’è la mesoterapia e come si effettua

La mesoterapia è una tecnica medica che permette con l’iniezione intradermica di farmaci di eliminare la ritenzione idrica posta nei tessuti cutanei e sottocutanei, quindi la cellulite. L’obiettivo è quello di disintossicare l’organismo dalle scorie in eccesso e di rendere la pelle tonica ed elastica.

L’iniezione di soluzione farmacologica avviene tramite aghi molto sottili, massimo 6 mm, ma lo spessore varia in base alle esigenze del paziente. Può essere praticata con un unico ago o con un sistema che prevede l’utilizzo di più aghi arrivando fino a 18. Il farmaco viene iniettato in maniera molto delicata ma allo stesso tempo veloce. Il farmaco raggiunge il punto preciso in cui deve agire e rimane attivo per diverso tempo.

La tecnica è assolutamente indolore perché l’uso dell’ago produce le endorfine che attenuano il dolore.

Quali patologie cura e i farmaci utilizzati

La mesoterapia non viene utilizzata solo per eliminare la cellulite ma è risolutiva anche per altri disturbi come:

  • piccoli traumi causati dallo sport

In alcune patologie elencate come l’artrosi e il ringiovanimento del viso, vengono utilizzati farmaci omeopatici in quanto hanno funzione antinfiammatoria. Negli altri casi si fa uso di sostanze ad azione analgesica, antiedemigena, ossia riducono il gonfiore, anti-age, protettiva per i capillari e lipolitica. Ad ogni farmaco utilizzato viene inserita una piccola quantità di anestetizzante.

Qualunque sia il disturbo da trattare, il numero delle sedute varia in base alla propria entità. Nel caso delle cellulite saranno sufficienti 8-10 sedute per notare i risultati. Di regola viene effettuata una a settimana. Dopo si potranno effettuare altre terapie di mantenimento da diradare nel tempo come linfodrenaggio, bendaggi, liposuzione, laser e idromassaggi. Il medico potrebbe consigliare anche prodotti ad uso orale, ottimi per riattivare la mcrocircolazione e ad eliminare le scorie e le tossine da tutto l’organismo. Naturalmente il primo consiglio che il medico darà al suo paziente dopo ogni seduta, sarà quello di adottare un’alimentazione corretta ricca di frutta e verdura, bere tanta acqua e fare un po’ di attività fisica che miri a ripristinare la funzione circolatoria, come la cyclette e l’aerobica.

Effetti collaterali e consigli

Dopo il trattamento di mesoterapia sulla pelle potrebbero presentarsi delle lesioni solide di colore rossastro percepibili al tatto, chiamate pomfi. Si manifestano perché l’ago, anche se molto sottile, rompe i vasi ma, per fortuna scompaiono dopo poche ore. La mesoterapia potrebbe causare anche delle ecchimosi che vanno trattate con un po’ di ghiaccio. I dottori sconsigliano questa tecnica a coloro che soffrono di diabete, patologie cardiache e nel caso di malattie infettive come l’HIV. Sconsigliata anche per le donne in gravidanza o in fase di allattamento.

La mesoterapia è una tecnica che viene praticata solo ed esclusivamente da medici specializzati, in una struttura sanitaria certificata. Stare assolutamente lontani dai centri estetici che propongono questo tipo di terapie mediche.

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