Maria Luisa Pozzi - MioDottore.it

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Micosi del cuoio capelluto: Approcci terapeutici e consigli per la cura

Macchie rossastre e pelle squamosa sul capo? Se vedi questo, è probabile che ti trovi davanti a un caso di micosi del cuoio capelluto, un disturbo piuttosto fastidioso che può colpire bambini e adulti ed è causato da funghi dermatofiti, microrganismi che considerano il loro ambiente ideale la base dei capelli, anche se possono svilupparsi in altre zone del corpo.

Micosi del cuoio capelluto: cos’è

Tutto parte dalla predilezione che i funghi dermatofiti hanno per la cheratina, la proteina che forma i capelli, i peli e le unghie, e di cui si nutrono vivendo nella parte più superficiale della pelle.

La loro azione produce conseguenze di diversa portata a seconda della tua risposta immunitaria, ma in genere si manifesta con la presenza di pruriti, rossore, piccole croste e, in casi particolari, con una limitata e temporanea caduta dei capelli, l’alopecia.
Se dovessi accorgerti di questi sintomi, l’ideale è, innanzitutto, giungere a una diagnosi precisa del problema con l’aiuto di un dermatologo, per poter intervenire in modo efficace e risolvere il problema in tempi brevi.

Cosa innesca la micosi del cuoio capelluto

La Tinea Capitis, altro modo per chiamare lo stesso disturbo, può essere generata dalla presenza di più tipi di funghi superficiali, ma la loro azione è favorita da alcune condizioni comuni: stress, caldo umido e alterazione delle difese immunitarie.

Alcune abitudini che potresti avere nella vita di tutti i giorni, come la condivisione di asciugamani in famiglia o in palestra con i quali avvolgi i capelli, così come il lasciarli bagnati per troppo tempo anche se in estate questo è difficile, pensando anche al refrigerio che si prova favoriscono l’insorgere dell’attività micotica.

Inoltre, se utilizzi prodotti cosmetici per i capelli, come maschere, lacche e gel, devi sempre pulirli accuratamente insieme alla cute sottostante, dove si annidano i funghi e che devi sempre tenere ben asciutta.

Come curare la Tinea Capitis

Il consiglio di un nel campo, come la dermatologa Pozzi, è la soluzione che devi sempre preferire a un approccio “fai da te”, poiché la diagnosi e la cura della dermatomicosi del cuoio capelluto passano attraverso un’approfondita e accurata visita medica, supportata da esami clinici o colture su alcuni campioni.

L’impiego della lampada di Wood è un buon metodo per comprendere quale tipo di fungo ti sta causando il disagio, ed è su questo, oltre che sulla sua estensione, il professionista sceglie la terapia, che può essere topica, con l’uso di creme, lozioni o shampoo antimicotici; oppure sistemica, per mezzo dell’assunzione di farmaci a uso orale specifici per il tipo di infezione.
A seconda della gravità del caso, il dermatologo può decidere per un approccio terapeutico su due fronti, unendo le due soluzioni precedenti.

Consigli generici per trattare la micosi del cuoio capelluto

Il suggerimento principale che ci sentiamo di offrirti in caso di Tinea Capitis è quello di rivolgerti a un professionista come la dermatologa Pozzi, poiché un approccio generico non farebbe altro che allungare il tempo in cui, sul cuoio capelluto, sentirai prurito e vedrai arrossamenti, gonfiori e crosticine, con tutti i disagi che derivano da queste manifestazioni.

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Riconoscere e Trattare il Tuo Tipo di Pelle

Se conosci il tipo di pelle che possiedi, riesci a nutrirla e proteggerla al meglio scegliendo i prodotti più adatti. Nonostante le difficoltà che comporta determinarlo, vale la pena investire un po’ del tuo tempo in questa ricerca per avere la certezza di una pelle brillante, sempre giovane ed elastica.

Come capire che tipo di pelle hai

La certezza del tipo di pelle che possiedi te la può dare solo un dermatologo come la Dottoressa Pozzi, che impiegherà test clinici di provata efficacia per determinarne la natura.

Se desideri un metodo casalingo, puoi usare quello del viso nudo o del panno assorbente, ambedue di provenienza orientale.

  • 1. Metodo del viso nudo: Lava il viso con un prodotto delicato, attendi mezz’ora e osserva l’aspetto della tua cute:

– Se appare lucida, hai il tipo grasso.

– Se è tesa, è secca.

– Se è lucida solo in zone come il mento, la fronte e le guance (zona T), è mista.

– In assenza di questi aspetti, appartiene alla tipologia normale.

  • 2. Metodo del panno assorbente: Pulisci il volto e osserva la quantità di sostanza oleosa rimasta sul panno. Più olio vedi, più grassa è la pelle. Ricorda che questi metodi sono approssimativi e non possono sostituire la valutazione di un esperto.

I Tipi di Pelle che Puoi Avere

Sebbene sia difficile capirne la tipologia, la tua pelle può essere normale, grassa, secca, mista o sensibile. Ciascuna di esse ha necessità differenti in termini di protezione e nutrizione.

  • Pelle Normale: Ha un equilibrio che la rende non soggetta a tensioni, untuosità, sfoghi e desquamazione. Caratterizzata da pori piccoli e superficie liscia, deve essere curata per mantenere idratazione ed elasticità innate.
  • Pelle Grassa: Appare lucida e untuosa a causa dell’eccesso di sebo. L’AAD (American Academy of Dermatology) la collega a una minore propensione alla rugosità ma maggiore all’acne e ai brufoli.
  • Pelle Secca: Poco elastica, con un aspetto teso, ruvido e opaco. Produce pochi oli naturali, portando a prurito e arrossamenti.
  • Pelle Mista: Presenta caratteristiche della pelle grassa in alcune zone e della pelle secca o normale in altre.
  • Pelle Sensibile: Tutti i tipi di pelle possono essere sensibili, mostrando vulnerabilità agli agenti esterni.

Come Trattare i Vari Tipi di Pelle

  • Pelle Grassa: Usa detergenti delicati per rimuovere il sebo in eccesso e creme idratanti non comedogene a basso contenuto di oli per prevenire punti neri.
  • Pelle Secca: Utilizza creme idratanti e lenitive per ridare equilibrio alla cute e proteggerla durante le attività giornaliere. Evita profumi e prodotti a base di alcol.
  • Pelle Mista: Differenzia i prodotti in base alla zona di applicazione, seguendo le indicazioni per pelle grassa e secca.
  • Pelle Sensibile: Pulisci la pelle con preparazioni non aggressive, possibilmente neutre, e proteggila con creme specifiche, scegliendo in base alle allergie personali.

Puoi Determinare da Sola il Tipo di Pelle o è Meglio un Dermatologo?

Solo uno specialista come la dermatologa Pozzi può essere veramente efficace nel determinare il tipo di pelle che possiedi e consigliarti come detergerla e mantenerla in buona salute.

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La corretta cura dei capelli dei più piccoli: Guida dermatologica al lavaggio dei capelli per bambini e neonati

Lavare in modo corretto i capelli dei bambini è essenziale per mantenere in salute il cuoio capelluto e prevenire problemi dermatologici. Anche se per alcuni piccoli l’esperienza può essere sgradevole, è fondamentale seguire pratiche adeguate per garantire il loro benessere cutaneo.

L’importanza del lavaggio dei capelli nei neonati e nei bambini

Per i bambini, il momento del bagnetto è spesso divertente. Questo può essere sfruttato per rendere il lavaggio dei capelli meno stressante, riducendo il rischio di pianti e strilli. Un lavaggio regolare e corretto aiuta a prevenire condizioni dermatologiche comuni nei più piccoli, come la dermatite seborroica (crosta lattea) e le irritazioni cutanee.

Preparare il bagnetto: un ambiente confortevole

Prima di iniziare il lavaggio dei capelli, prepara un bagnetto caldo con la temperatura dell’acqua adeguata alle preferenze del bambino. Aggiungi i suoi giocattoli preferiti per distrarlo e rendere l’esperienza più piacevole. Associare un momento sgradevole come il lavaggio dei capelli a uno piacevole come il bagno può aiutare il bambino ad accettare meglio l’acqua sulla testa.

Scelta dello shampoo: criteri dermatologici

È fondamentale utilizzare uno shampoo specifico per neonati e bambini, privo di sostanze chimiche irritanti. Scegli prodotti etichettati come “senza lacrime” e dermatologicamente testati per evitare irritazioni agli occhi e alla cute. Leggi attentamente le etichette per assicurarti che non contengono allergeni comuni o agenti aggressivi.

La tecnica corretta per insaponare e risciacquare i capelli

  • Bagnare i capelli: Utilizza una piccola tazza per versare acqua tiepida sui capelli del bambino, proteggendo gli occhi con la mano per evitare che l’acqua vi entri direttamente.
  • Insaponare il cuoio capelluto: Applica una piccola quantità di shampoo sul cuoio capelluto, iniziando dalla nuca e procedendo verso la fronte. Massaggia delicatamente con la punta delle dita, senza esercitare troppa pressione, per non irritare la cute.
  • Risciacquare accuratamente: Rimuovere la schiuma e i residui di shampoo passando la mano bagnata sulla testa o versando acqua come fatto in precedenza. Un risciacquo accurato è cruciale per evitare irritazioni del cuoio capelluto, anche con prodotti delicati e anallergici.

Asciugatura dei capelli: metodi delicati

Quando asciughi i capelli del bambino, tampona delicatamente con un asciugamano morbido, evitando di strofinare. Se i capelli sono lunghi e si formano nodi, usa una spugna morbida o un pettine a denti larghi per districarli con cura. Evita di tirare i capelli, per non danneggiare il cuoio capelluto.

Frequenza del lavaggio dei capelli

Nel primo mese di vita, è sufficiente lavare i capelli del neonato tre o quattro volte alla settimana, insieme al bagnetto. Questo aiuta anche a rimuovere la crosta lattea, che di solito scompare entro il terzo mese. Successivamente, lavare i capelli ogni giorno è consigliabile per mantenere il cuoio capelluto pulito e prevenire irritazioni.

Per concludere

Seguendo questa guida dermatologica, potrai garantire al tuo bambino un’esperienza positiva durante il lavaggio dei capelli, contribuendo al benessere del suo cuoio capelluto. Se hai dubbi sui prodotti da usare o vuoi monitorare la salute della cute del tuo bambino, richiedi informazioni, sarò lieta di offrirti consigli utili e professionali.

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Cos’è la vitiligine e come riconoscerla

La vitiligine è una condizione cutanea caratterizzata dalla comparsa di macchie bianche sulla pelle. Queste macchie si formano quando i melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina, il pigmento che dà colore alla pelle, vengono distrutti o smettono di funzionare. La vitiligine può colpire qualsiasi parte del corpo, ma è più comune su viso, mani, gomiti, ginocchia e piedi.

Riconoscere la vitiligine è relativamente semplice: oltre alle macchie bianche, la pelle colpita può essere più sensibile al sole, con una maggiore tendenza a scottarsi. Alcune persone possono anche avere capelli o peli bianchi nelle aree affette. È importante distinguere la vitiligine da altre condizioni cutanee simili, quindi una visita dermatologica è fondamentale per una diagnosi accurata.

La vitiligine può avere un impatto significativo sull’autostima e sul benessere psicologico di chi ne è affetto. Per molte persone, le macchie bianche sulla pelle possono causare disagio e imbarazzo, influenzando negativamente la qualità della vita. Pertanto, oltre alla gestione fisica della condizione, è essenziale considerare il supporto psicologico come parte integrante del trattamento della vitiligine.

Trattare la vitiligine: trattamenti medici, approcci e terapie disponibili

Non esiste una cura definitiva per la vitiligine, ma esistono vari trattamenti che possono aiutare a migliorare l’aspetto della pelle e rallentare la progressione delle macchie bianche. Uno dei trattamenti più comuni è la fototerapia, che utilizza raggi ultravioletti per stimolare i melanociti residui. Questa terapia può richiedere diverse sessioni settimanali per alcuni mesi.

Un’altra opzione è l’uso di creme corticosteroidi o immunomodulatori, che possono aiutare a ripigmentare le aree colpite. Questi trattamenti topici sono più efficaci nelle fasi iniziali della vitiligine e devono essere usati sotto stretto controllo medico per evitare effetti collaterali.

In alcuni casi, può essere suggerita una chirurgia della pelle, come l’innesto di pelle o melanociti. L’innesto di pelle comporta il trasferimento di piccole porzioni di pelle sana su aree depigmentate, mentre l’innesto di melanociti utilizza cellule pigmentate coltivate in laboratorio. Questa opzione è meno comune ma può essere efficace in casi selezionati.

Consigli pratici per gestire la vitiligine

Oltre ai trattamenti medici, ci sono vari accorgimenti che puoi adottare nella vita quotidiana per gestire meglio la vitiligine. Proteggere la pelle dal sole è essenziale: utilizza sempre una crema solare ad ampio spettro con un alto fattore di protezione (SPF) per evitare scottature nelle aree depigmentate. Indossare abiti protettivi e cappelli può aiutare ulteriormente a proteggere la pelle.
L’uso di prodotti cosmetici specifici, come creme colorate o fondotinta, può aiutare a coprire le macchie bianche e uniformare il tono della pelle. Esistono anche prodotti autoabbronzanti che possono dare alla pelle un aspetto più omogeneo senza rischi per la salute, disponibili in diverse tonalità per adattarsi al tuo colore naturale di pelle.

È importante anche mantenere uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata e ricca di antiossidanti, che può supportare la salute generale della pelle. Alcuni studi suggeriscono che lo stress possa aggravare la vitiligine, quindi pratiche di rilassamento come yoga e meditazione possono essere benefiche. Una dieta ricca di frutta, verdura e cereali integrali può fornire i nutrienti necessari per mantenere la pelle in buona salute.

Un’altra strategia utile può essere quella di partecipare a gruppi di supporto per persone con vitiligine. Condividere esperienze e consigli con altre persone che vivono la stessa condizione può essere molto utile per affrontare le sfide emotive e pratiche legate alla vitiligine.

Consulta la dermatologa Pozzi per la vitiligine

Se soffri di vitiligine e desideri un piano di trattamento personalizzato, prenotare una visita con il dermatologo Pozzi può essere la scelta giusta. Con una diagnosi accurata e un approccio terapeutico mirato, potrai gestire al meglio questa condizione e migliorare l’aspetto della tua pelle.

Non lasciare che la vitiligine influenzi negativamente la tua qualità di vita. Intervenire tempestivamente e seguire i consigli di un dermatologo esperto è il primo passo verso una pelle più sana e uniforme. La dermatologa Pozzi può offrirti supporto sia medico che emotivo, aiutandoti a trovare le soluzioni migliori per il tuo caso specifico.

Non esitare a chiedere aiuto e a informarti sulle varie opzioni di trattamento disponibili. La tua pelle merita la migliore cura possibile.

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Allergia al Nickel: Segni e Sintomi da Conoscere

Come individuare prontamente l’allergia al nickel

Nel momento in cui sorge il dubbio di stare sviluppando una allergia, si rivela indispensabile agire il prima possibile, onde evitare di peggiorare la situazione. Ciò vale a maggior ragione per le reazioni allergiche collegate agli elementi più diffusi, come ad esempio il nickel, che si trova in molti oggetti di uso quotidiano, tra i quali sono compresi non solo oggetti come anelli e orecchini, ma anche altri elementi metallici, bensì anche nelle formulazioni cosmetiche.

All’interno di questo approfondimento avrai modo di scoprire quali sono i principali sintomi che dovrebbero destare la tua attenzione, nonché alcuni suggerimenti utili per risolvere la situazione in maniera ottimale.

Come si sviluppa un’allergia al nickel?

L’allergia al nickel costituisce una reazione estrema da parte del sistema immunitario nei confronti di una sostanza che viene percepita non solo come estranea, bensì anche pericolosa.

La grande diffusione del nickel negli oggetti di uso quotidiano, soprattutto in quelli che vengono maggiormente a contatto con la pelle, può essere spesso tra le cause che portano alla comparsa e al rafforzamento dell’allergia. Il contatto con il nickel è dunque l’atto responsabile della comparsa dei sintomi, i quali possono manifestarsi a qualsiasi età, ma tendono sempre a farlo a seguito di un’esposizione ripetuta oppure prolungata nel tempo.

Gli oggetti che contengono nickel sono davvero numerosi, basti pensare ad esempio a orecchini e orologi, ma anche alle chiavi e alle superfici con le quali potresti venire spesso a contatto durante la routine di tutti i giorni. Oltre a essere presente all’interno di elementi metallici, il nickel si trova all’interno di molte formulazioni per l’opzione di detergenti e dei prodotti per il make-up.

Per questo motivo sono sempre più numerose le aziende che hanno iniziato a specificare l’assenza di nickel come un elemento importante da comunicare al consumatore prima dell’acquisto. Nonostante esistano delle metodologie per ridurre il disagio provocato dai sintomi, è fondamentale notare che quando l’allergia compare molto probabilmente non potrà poi essere eliminata del tutto.

Quali sono i principali segni della comparsa dell’allergia al nickel?

La dermatite da contatto si manifesta con eruzioni cutanee di varia entità, che molto spesso provocano fastidiose sensazioni di prurito. Gli altri sintomi non collegati alla dermatite possono manifestarsi a livello gastrointestinale, con dolori all’addome e afte in bocca, così come urinari, con bruciore e cistiti e infine ginecologici con perdite. Inoltre, l’allergia può produrre una sensazione di stanchezza generale non ben identificata.

Pur non esistendo una linea generale valida per tutti i soggetti, tali sintomi tendono a comparire al massimo entro i due giorni successivi all’esposizione. Qualora non vengano correttamente identificati, nei casi peggiori possono prolungarsi anche molto a lungo, soprattutto se la causa non viene individuata e l’esposizione si ripete. Gli sfoghi cutanei possono essere circoscritti alle zone che sono venute maggiormente a contatto con il metallo, quindi ad esempio nel caso dei detergenti la pelle del viso. Tuttavia, sempre più spesso accade che la dermatite tenda ad estendersi anche ad altre zone del corpo. In concomitanza con la sensazione di prurito, la cute può assumere un colore rossastro e seccarsi.

Nelle situazioni caratterizzate da maggiore severità, quelle che appaiono come bruciature potrebbero infiammarsi e espellere un liquido, in presenza di un quadro ormonale complesso.

Cosa fare quando compaiono i sintomi da allergia al nickel?

Quando lo sfogo cutaneo fa la sua prima comparsa è fondamentale contattare uno specialista, che si adopera immediatamente per effettuare una corretta diagnosi e soprattutto per individuare la terapia ottimale per risolvere la problematica.

Non è assolutamente consigliabile agire con strategie fai da te oppure limitarsi a ridurre l’utilizzo di oggetti in nickel, per quanto quest’ultimo passaggio sia comunque consigliato, perché ogni paziente presenta delle peculiarità che devono essere analizzate da un professionista.

Oltre ad effettuare il test del patch con il nickel e procedere poi alla valutazione minuziosa dei dati, il dermatologo si occupa di studiare una terapia che può includere diversi elementi. Dalle tradizionali creme a base di cortisone fino agli antistaminici e in alcuni casi alla fototerapia: a seconda della specifica situazione il giusto mix può essere composto da soluzioni applicabili a livello topico, così come da medicinali da assumere invece per via orale.

Per individuare in maniera inequivocabile un’eventuale allergia al nickel, pur ai primi stadi, è molto importante agire dunque in modo tempestivo.

Se sospetti di aver sviluppato un’allergia al nickel, non esitare a contattarmi, così che possa aiutarti in modo concreto a risolvere il problema in modo rapido ed efficace.

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Acne tardiva da stress

Acne tardiva da stress: come combattere i brufoli causati dallo stress

Una volta lasciati alle spalle gli anni dell’adolescenza, che per le persone con le pelli grasse e miste spesso comporta una lotta costante con i brufoli, si tende a pensare che l’acne non sia che uno spiacevole ricordo. Tuttavia, sono molteplici i casi nei quali gli antiestetici e talvolta anche dolorosi brufoli possono fare nuovamente capolino, come ad esempio a causa dello sfregamento con sciarpe o mascherine.

Una delle motivazioni più frequenti per i brufoli che si manifestano in età adulta è senza alcun dubbio lo stress. All’interno di questo approfondimento potrai scoprire quali sono i modi migliori per contrastare la ricomparsa dell’acne tardiva, agendo alla fonte del problema, così come a livello topico.

I brufoli fuori tempo: segnali dello stress in età adulta

La pelle mostra immediatamente quando qualcosa ci turba. Il rilascio di ormoni, tra cui il cortisolo, influisce direttamente sulle ghiandole sebacee, acuendo la tendenza delle pelli miste e grasse. Dal punto di vista nervoso, inoltre, una persona stressata tende a cercare di rilasciare l’ansia insistendo sulle impurità e peggiorando di conseguenza l’infiammazione.

Quando si è sotto pressione per un esame, non si riesce a dormire oppure si è preoccupati per un familiare, la pelle sfoga attraverso la comparsa dei brufoli un disagio a livello emotivo. Nell’organismo umano l’epidermide rappresenta l’organo più esteso e in quanto corazza protettiva e al tempo stesso elemento più esposto offre un riflesso veritiero delle nostre condizioni di salute.

Nel momento in cui una persona è sottoposta a elevati livelli di stress può trovarsi anche in età adulta a dover combattere con la comparsa di brufoli o acne diffusa. A differenza dell’acne tradizionale i brufoli causati dallo stress tendono a essere di dimensioni minori, in quanto non strettamente connessi a un quadro ormonale. L’acne tardiva di questo tipo, inoltre, tende a presentarsi ugualmente sia sugli uomini sia sulle donne, concentrandosi come spesso accade per durante l’adolescenza nella cosiddetta zona a T, ovvero quella che collega la fronte con il mento.

Una vita meno impegnativa: agire sulle cause dell’acne tardiva

Sono numerosi i fattori che portano a un aumento dei livelli di quella preoccupazione che sfocia poi nell’acne tardiva. Dal lavoro che mette sotto pressione a una gestione complicata degli impegni familiari, passando per stati emotivi poco piacevoli: nel termine stress sono comprese tante sfumature uniche per ciascun individuo.

Ecco perché per combattere efficacemente l’acne tardiva si deve agire alla base. Ovviamente tutto ciò sembra molto più facile a dirsi che a farsi, perché non esiste una formula magica per ridurre lo stress. Sarebbe infatti più corretto pensare di gestirlo, poiché cercando di eliminare completamente le cause si arriva solo a un maggiore senso di frustrazione. Spesso esistono fattori che non possono essere ignorati, come la malattia di un caro o un periodo intenso dal punto di vista professionale.

Ecco dunque che per contrastare alla radice il problema dell’acne tardiva è necessario anzitutto accettare le situazioni che non possono essere cambiate, evitando invece del tutto quegli elementi che aggiungono stress e preoccupazioni ma non sono necessari. Oltre a riconoscere con attenzione e sincerità i diversi aspetti che aumentano i livelli di stress, è senza dubbio possibile praticare delle tecniche di rilassamento per cercare di tenere sotto controllo lo stress.

Per rilasciare endorfine e migliorare il proprio stile di vita è indispensabile praticare attività fisica, puntando preferibilmente su discipline che collegano corpo e mente come ad esempio lo yoga. Una breve seduta di meditazione con respirazione guidata di dieci minuti può bastare a volte per centrarsi e affrontare i problemi della quotidianità con maggiore lucidità, anche mentre si è in ufficio.

È fondamentale cercare di riposare in modo ottimale, evitando di utilizzare lo smartphone e altri dispositivi digitali prima di coricarsi per non affaticare la vista e riempirsi di stimoli.

Infine, è possibile chiedere il parere di un dermatologo esperto per sapere come detergere la pelle attraverso l’impiego dei prodotti più adatti in base all’età e alle caratteristiche del singolo. La corretta pulizia del viso e le creme riequilibranti per il sebo possono aiutare notevolmente a migliorare l’aspetto della pelle.

Non esitare a contattarmi per prenotare una consulenza e iniziare il tuo percorso verso una pelle più sana e radiosa.

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Herpes genitale

Herpes genitale: sintomi, cause e trattamenti efficaci

Tra le patologie di natura virale che possono colpire la delicata zona genitale, l’herpes può provocare numerosi fastidi. Oltre al fastidio provocato dalle vescicole infiammate, questa infezione rischia di avere conseguenze per le donne in gravidanza e il feto. Vediamo dunque come prevenire, riconoscere e curare l’herpes genitale.

Come si riconosce l’herpes genitale?

Dal punto di vista dei segnali riconosciuti immediatamente, un esame visivo lo stato di infiammazione si presenta con una o più vescicole a livello dei genitali esterni che in alcuni casi arrivano fino alla zona perianale. Al tatto le vescicole appaiono dolorose e creano una sensazione di prurito. Nei casi più gravi, i sintomi possono anche includere febbre, debolezza generale e ingrossamento dei linfonodi inguinali.

In genere l’herpes genitale si indebolisce già dopo un paio di settimane, ma per alleviare i sintomi è meglio agire in modo puntuale con i prodotti consigliati dallo specialista in dermatologia. È importante sottolineare che anche quando si interviene per contrastare il virus, questo non scompare completamente, ma rimane in una fase latente all’interno dei nervi delle zone colpite, continuando a replicarsi senza che l’individuo se ne accorga. Viene invece rimesso in circolo in maniera virulenta quando il sistema immunitario risulta indebolito a causa di un elevato stress sul piano fisico e psicologico, oppure per altre patologie che hanno indebolito l’organismo.

Le lesioni tendono a riaprirsi nella stessa zona in cui è comparsa la prima infezione o nelle zone circostanti. Agendo in maniera tempestiva è possibile limitare il disagio, nonché contenere l’estensione della lesione.

Quali sono le cause che scatenano questa patologia?

L’herpes genitale si trasmette solitamente durante un rapporto sessuale non protetto con una persona già infetta dal virus. Data l’elevata contagiosità dell’herpes, soprattutto quando è in fase attiva, sarebbe importante evitare di avere rapporti in queste fasi.

Tuttavia, ciò non rappresenta una misura sufficiente di profilassi, in quanto il virus può trasmettersi anche durante la fase latente. Nel caso in cui una donna in gravidanza abbia l’herpes vaginale il virus può essere trasmesso anche al feto. Si tratta di un’eventualità da non sottovalutare a causa delle possibili conseguenze. Ecco perché è davvero molto importante evitare di contrarre il virus se possibile. Nell’ottica di ricevere una diagnosi accurata, verificando che si tratti effettivamente di un herpes, gli specialisti effettuano un tampone o un esame del sangue cercando le immunoglobuline che rappresentano il marcatore di un’infezione attiva oppure passata. La prevenzione è fondamentale, motivo per cui quando si nota la comparsa di lesioni a livello dei genitali ci si deve rivolgere a uno specialista che si incarica di riconoscere la natura dell’infezione.

Esistono rimedi efficaci contro l’herpes genitale?

Per trattare i sintomi durante un’infezione attiva, è possibile prendere farmaci specifici su prescrizione medica, che di solito sono efficaci nel contenere la replicazione del virus. Qualora l’individuo sia affetto da altre malattie virali, si rivela ancor più importante contenere le lesioni da herpes genitale e da evitare di attivazione dell’infezione per non compromettere il quadro di salute generale. Per quanto i fastidi non siano insopportabili a livello di sintomatologia su una persona sana, le donne in gravidanza e i soggetti immunodepressi dovrebbero prestare moltissima attenzione alla comparsa e alla diffusione di questa patologia virale.

Se sospetti di avere l’herpes genitale, è fondamentale consultare un medico o uno specialista dermatologo senza esitazione. Un professionista della salute sarà in grado di fornirti la diagnosi corretta e guidarti nel piano di trattamento più adeguato. Non esitare a contattare la Dottoressa Pozzi per ulteriori informazioni e supporto.

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biopsia cutanea

Biopsia cutanea: scopriamo di cosa si tratta

La biopsia cutanea è uno strumento fondamentale nel processo diagnostico delle lesioni cutanee, poiché consente di determinarne con precisione la natura.

Questo sottolinea l’importanza della procedura, poiché conoscere le caratteristiche della lesione permette di sviluppare una strategia terapeutica mirata ed efficace.

Approfondiamo l’argomento insieme. 

Definizione e indicazioni

La biopsia cutanea è una procedura chirurgica eseguita sotto anestesia locale, che comporta la rimozione di un piccolo campione di pelle.

Il dermatologo analizzerà attentamente questo campione per diagnosticare la condizione cutanea e, se necessario, rimuoverà la lesione insieme agli strati interessati. 

Le tipologie di biopsia cutanea

A seconda dell’approccio, la biopsia cutanea può essere:

  • Escissionale: la lesione viene completamente rimossa ed è indicato quando si sospetta una natura tumorale
  • Incisionale: la lesione viene rimossa parzialmente ed è utilizzato in tutti i casi in cui non è presente una neoplasia.

Ci sono anche altri tipi di biopsia cutanea utilizzate in diverse situazioni:

  • a punzone: uno strumento a testa tonda con lama particolarmente affilata, tecnica usata quando il lembo di pelle necessario per le analisi è molto piccolo e deve comprendere anche gli strati sottostanti
  • per shaving: metodo poco invasivo che usa uno strumento simile a un rasoio da barba e viene applicata a superfici estese e superficiali di cute.

Indicazioni per questo tipo di intervento

Il dermatologo opta per una biopsia cutanea quando si è di fronte a patologie cutanee di origine sconosciuta, infiammazioni croniche di cui non si conosce la causa, tumori e altre lesioni pigmentate, come nei, macchie scure e melanosi.

Viene inoltre considerata quando non è stato possibile identificare una malattia virale con esami precedenti. 

Procedure, preparazione e recupero

Dopo aver deciso di eseguire la biopsia cutanea, il dermatologo sottoporrà il paziente a un’anestesia locale tramite una piccola iniezione.

Successivamente, disinfetterà l’area interessata e procederà con l’incisione utilizzando uno degli strumenti precedentemente descritti, in base al tipo di approccio scelto. 

La preparazione all’intervento

Il paziente non deve seguire particolari preparazioni per l’intervento, ma è importante seguire attentamente le indicazioni fornite dal medico, specialmente se sono emerse criticità durante il colloquio preliminare, come l’uso di farmaci specifici (come anticoagulanti) o allergie ad anestetici, insieme a trascorsi infettivi come l’impetigine o l’assunzione di prodotti omeopatici

La durata dell’operazione può variare da 30 a 90 minuti, escludendo il tempo di osservazione post-anestesia – se effettuata – che può andare da 5 a 30 minuti, a seconda delle condizioni del paziente.

Il decorso post-operatorio

A seconda del tipo di intervento, potrebbero essere necessari punti di sutura, che verranno rimossi entro un massimo di due settimane, e bende da indossare fino al giorno successivo.

In caso di emorragia dalla ferita, è sufficiente applicare una pressione con un tampone pulito per circa 30 minuti, ripetendo l’operazione se necessario e contattando il dermatologo.

 Le cicatrici lasciate dalla biopsia cutanea sono generalmente poco vistose e tendono a scomparire nel tempo.

È importante evitare lo stress fisico sulla zona trattata e non immergerla per almeno una settimana.

La guarigione completa richiede circa due mesi, con tempi leggermente più lunghi se l’area trattata si trova agli arti inferiori.

Analisi dei risultati e condizioni diagnostiche

Il campione asportato con la biopsia cutanea viene analizzato in laboratorio tramite un esame istologico, test biochimici e immunologici.

Questi risultati sono utili per la diagnosi di fibromi penduli, verruche, nei e altre formazioni pigmentate sospette, nonché per identificare le macchie squamose causate da esposizioni prolungate al sole, note come cheratosi attinica, e per le infiammazioni cutanee

L’importanza della biopsia cutanea

La biopsia cutanea è uno strumento prezioso per ottenere diagnosi precise delle lesioni cutanee.

Nonostante un periodo di recupero di due mesi, è un intervento poco invasivo che, se seguito correttamente, può portare a soluzioni efficaci.

Un colloquio aperto con un dermatologo esperto, come la Dottoressa Pozzi, è fondamentale per affrontare dubbi su formazioni o infiammazioni cutanee e per giungere a una soluzione.

Contatta la Dottoressa Pozzi per fissare un primo incontro.

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trattamento idratante viso invernale

I consigli della Dermatologa per prendersi cura della pelle in inverno

Con l’arrivo della stagione invernale, la pelle subisce diversi cambiamenti a causa dell’abbassamento dell’umidità, delle basse temperature e del vento.

La bassa umidità può provocare secchezza cutanea, e a sua volta può portare alla desquamazione, alla formazione di screpolature e sensazione di prurito; mentre il freddo può causare irritazione e rossore.

Questi agenti atmosferici possono mettere a dura prova la salute e la bellezza della pelle, richiedendo così attenzioni particolari per mantenerla idratata, luminosa ed elastica.

All’interno di questo articolo forniremo diversi consigli utili per farlo.

Come mantenere la pelle idratata e sana: consigli utili

In inverno è fondamentale seguire una corretta skincare invernale per mantenere la pelle sana. Andiamo a vedere alcuni consigli su come pulire la pelle in modo delicato durante questa stagione.

Detergente delicato: la soluzione ideale per la cura della tua pelle

In primis, bisogna evitare l’utilizzo di detergenti aggressivi, e optare per quelli delicati, che sono ideali per detergere delicatamente ed eliminare le impurità senza alterare la barriera cutanea.

Il potere del delicato scrub e dei migliori prodotti idratanti

Una/due volte alla settimana, è consigliato utilizzare uno scrub esfoliante delicato per eliminare le cellule morte e favorire il ricambio cellulare.

Inoltre, la pelle in inverno necessita di una maggiore idratazione.

Puoi scegliere una crema ricca ad azione nutriente e idratante, arricchita con acido ialuronico e burro di karité.

Scegli prodotti che contengono ingredienti idratanti, come la glicerina, l’acido ialuronico, il burro di karité e l’olio di jojoba. Tali componenti trattengono l’umidità all’interno della pelle e la mantengono idratata.

Trattamento idratante

Dopo aver pulito delicatamente il viso, applica un adeguato idratante, in modo tale da intrappolare l’umidità e impedire la secchezza cutanea. Tale prodotto cosmetico, contribuirà a rendere morbida e idratata la pelle umida.

Protezione solare invernale

Spesso, durante l’inverno, si sottovaluta l’importanza della protezione solare, ma è un errore che può avere effetti negativi sulla pelle, perché, anche se è freddo e il sole è meno intenso, i raggi UV la possono danneggiare, causando lesioni cutanee e accelerare il processo di invecchiamento cutaneo.
Per tale ragione, per proteggere la pelle, è consigliato indossare abiti che coprono la pelle esposta ed utilizza anche una crema solare con SPF alto.

La nutrizione della pelle durante i mesi freddi

Durante la stagione fredda, la pelle è più a rischio di disidratazione e secchezza e per mantenerla sana dall’interno, è essenziale seguire un’alimentazione equilibrata che fornisca al corpo tutti i nutrienti di cui necessita e idratarsi adeguatamente.

Ecco perché è importante bere anche quando non si ha sete, ad esempio, puoi portare con te una bottiglietta d’acqua e optare per bevande calde come tisane o .

Routine notturna indispensabile

Ti sei mai chiesta come svegliarti la mattina con una pelle riposata, fresca e radiosa? Dipende tutto dalla routine serale!

Il primo passo fondamentale è rimuovere il trucco, per farlo puoi utilizzare una soluzione micellare o un detergente delicato.

Dopodiché puoi procedere con l’esfoliazione, in questo caso, si consiglia di utilizzare un esfoliante delicato.

Inoltre, due volte alla settimana, è importante applicare una maschera viso, con ingredienti come vitamina E o con acido ialuronico.

Infine, dopo aver deterso e preparato la pelle, puoi stendere una crema notte idratante sul viso.

Approccio olistico per il benessere della pelle

Un approccio olistico che include sonno, attività fisica regolare e gestione dello stress è importante per avere una pelle sana durante la stagione invernale.

Il sonno favorisce la ripristinazione e la rigenerazione della pelle, l’esercizio fisico migliora la circolazione sanguigna e riduce lo stress, invece una buona gestione dello stress aiuta a contrastare eventuali problemi cutanei provocati da squilibri ormonali.

Quando compaiono macchie scure, manifestazioni cutanee che non guariscono, prurito persistente, o nei già presenti, che assumono un colore o una forma diversa, è importante contattare un dermatologo.

Questi sintomi possono indicare malattie dermatologiche, infiammatorie o il cancro della pelle.

Se necessiti di una consulenza dermatologica, non esitare a contattare la Dermatologa Pozzi per maggiori informazioni e infine, non dimenticare mai, che la cura della tua pelle è essenziale per il tuo benessere complessivo.

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infiammazioni della pelle

Approfondimento sulle differenze tra eczema e dermatiti: sintomi, cause e trattamento

L’insorgere di bruciori, pruriti e arrossamenti della pelle sono sintomi comuni a eczema e dermatiti, patologie il cui nome è spesso utilizzato come sinonimi e indica la manifestazione fisica di un’infiammazione a carico del derma.

Tuttavia, comprenderne le specifiche differenze rappresenta la base per individuare la terapia ad hoc da porre in atto al fine di ridimensionare i sintomi e i disagi.

È per questo che è importante poter contare sull’opinione di un dermatologo che comprenda la natura del disturbo e intervenga in modo adeguato. 

Eczema e dermatiti: cosa sono e come si manifestano

L’eczema, come precedentemente menzionato, è un’infiammazione della pelle che provoca arrossamento e prurito.

A seconda della sua tipologia, può manifestarsi con macchie, desquamazione e vesciche

Generalmente, con tale termine si fa riferimento alla dermatite atopica, la forma più comune di questo disturbo, la cui causa è legata per l’85% a fattori genetici e si manifesta soprattutto nei primi 5 anni di vita del bambino.

Il restante 15% è attribuibile a cause ambientali

Le tipologie di dermatite: caratteristiche e cause

Altre forme di dermatite includono:

  • Quella seborroica, caratterizzata da grumi sul cuoio capelluto;
  • quella da contatto, che si manifesta con chiazze rosse, prurito e piccole vesciche, spesso scatenate da vari allergeni, anche ambientali;
  • dermatite nummulare, con macchie di forma circolare;
  • dermatite da stasi, causata da problemi circolatori;
  • il Lichen Simplex cronico, derivato dal continuo grattarsi e dalle relative graffiature;
  • dermatite delle mani e dei piedi, che può rappresentare una manifestazione della forma atopica o da contatto, spesso causata dall’uso eccessivo di acqua, soprattutto con detergenti aggressivi.

I sintomi dell’eczema e della dermatite a confronto

Per rendere più semplice la comprensione delle differenze tra l’eczema e le varie forme di dermatite, possiamo schematizzare i sintomi:

  • Sintomi generici: arrossamento della pelle con eventuale prurito, più o meno accentuato, irritazione con gonfiore, lesioni come croste, desquamazioni, escoriazioni e pustole nei casi più gravi;
  • Sintomi della dermatite atopica: prurito della pelle con evidente arrossamento, ispessimento della pelle in caso di cronicità o se il soggetto si gratta continuamente, macchie rosse sulla pelle;
  • Sintomi della dermatite seborroica: presenza di placche grasse e giallastre sul cuoio capelluto;
  • Sintomi della dermatite allergica da contatto: eruzioni cutanee molto pruriginose di colore rosso, con vesciche nell’area interessata dalla sostanza allergenica;
  • Sintomi della dermatite irritativa da contatto: simile alla precedente, ma causata da un elemento che scatena una reazione fisica della pelle, infiammandola.

Come puoi vedere, le somiglianze e le differenze saltano subito all’occhio: tra le somiglianze ci sono l’arrossamento, l’irritazione, il gonfiore e il prurito; le differenze principali risiedono nel tipo di lesioni che si creano e nella loro localizzazione, oltre alla causa sottostante.

La diagnosi e i trattamenti di eczema e dermatiti

La diagnosi delle diverse forme di eczema e dermatiti può essere complessa, dato che i sintomi sono spesso simili.

Il percorso diagnostico che un dermatologo competente, come la Dottoressa Pozzi, adotta in questi casi comincia con l’anamnesi e l’esame obiettivo.

Durante questa fase, il medico raccoglie tutte le informazioni relative alla storia clinica del paziente e alle abitudini, sia professionali che personali, per valutare una possibile esposizione a sostanze allergene o irritanti.

Successivamente, in base alle risposte ottenute, possono essere eseguiti test specifici come il patch test per identificare allergie a determinate sostanze o test cutanei mirati per la dermatite atopica.

Inoltre, possono essere effettuati test del sangue per cercare e identificare allergeni presenti.

Trattamenti standard, specifici e alternativi

I trattamenti per l’eczema e le diverse forme di dermatite variano a seconda della condizione e della gravità dei sintomi.

I trattamenti più comuni includono la cura della pelle, che prevede l’uso di preparati idratanti per mantenere la pelle umida, ridurre il prurito e proteggerla da sostanze dannose.

Tra i farmaci utilizzati ci sono:

  • gli antistaminici per il prurito;
  • i corticosteroidi topici per ridurre il gonfiore e l’arrossamento;
  • gli immunosoppressori per gestire la risposta immunitaria.

Altri approcci includono:

  • terapie specifiche mirate a un tipo di infiammazione particolare
  • terapie olistiche basate sulla meditazione, lo yoga e una corretta alimentazione
  • trattamenti come la fototerapia, che utilizza la luce ultravioletta per alcune forme di eczema e dermatite, come la psoriasi.

L’importanza del supporto professionale nel trattamento di eczema e dermatiti

In conclusione, sebbene sia possibile adottare alcune precauzioni per prevenire l’insorgere di eczema e dermatiti, come l’uso di prodotti con componenti anallergici e non aggressivi, o evitando di esagerare nei tempi di bagni o docce e nella temperatura dell’acqua, è fondamentale sottolineare l’importanza del supporto professionale per diagnosticare correttamente e precocemente il disturbo.

Rivolgersi a un professionista competente, come la dermatologa Pozzi, è essenziale per ricevere la terapia corretta al momento giusto e migliorare le probabilità di successo nel trattamento.

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