Maria Luisa Pozzi - MioDottore.it

Cosa accade alla nostra pelle dopo aver rimosso un tatuaggio con il laser?

rimozione tatuaggio

Cosa accade alla nostra pelle dopo aver rimosso un tatuaggio con il laser?

Un tatuaggio è per sempre. Almeno, una volta era così. Oggi, certamente, non è possibile cancellarlo o riporlo come si farebbe con un gioiello ma eliminarlo si può.

In media, solo circa il 10% delle persone che hanno un tatuaggio considera la sua rimozione ma questa percentuale tende a salire costantemente, così la cancellazione dei tatuaggi con il laser è sempre più richiesta. Ma cosa accade alla pelle successivamente?

Rimozione tatuaggi laser: come funziona?

Quando si fa un tatuaggio, le molecole che compongono l’inchiostro vengono assorbite permanentemente dalla pelle. La rimozione con la tecnica laser comporta la distruzione dei pigmenti di colore riducendo l’inchiostro in polvere.

Grazie all’effetto fotoacustico del laser, le cellule del corpo smaltiscono la polvere (si dice che la pelle le digerisca), facendo scomparire le tracce di inchiostro.

Il laser funziona come una lampada termica, infatti, il suo raggio riscalda le particelle di inchiostro.

Eseguendo questa azione ad una velocità molto elevata, il lato da cui il laser attacca la particella si gonfia ma l’altro lato non ha il tempo di seguirlo e resta freddo.

Questo fenomeno va sotto il nome di espansione termica, di fatto queste sollecitazioni interne finiscono per lacerare l’inchiostro.

Quante sedute per rimuovere un tatuaggio con il laser?
A seconda delle dimensioni del tatuaggio, sono necessarie da 6 a 12 sessioni, distanziate almeno due mesi una dall’altra, per eliminarlo completamente.

Per rimuoverlo, quindi, che si tratti di un tatuaggio artistico o di dermopigmentazione (trucco semipermanente o permanente, ad esempio), è necessario un lasso di tempo medio-lungo, oltre che una serie di attenzioni.

Inoltre, una volta che i macrofagi iniziano a funzionare, ci vuole fino a un anno perché la loro opera sia completa. Il risultato della rimozione del tatuaggio laser, insomma, non è del tutto apprezzabile nemmeno dopo che le sessioni sono terminate.

La pazienza, però, premia sempre: nella stragrande maggioranza dei casi (oltre il 95%), il tatuaggio scompare del tutto, senza lasciare traccia.

Rimozione tatuaggi laser: cosa succede alla nostra pelle dopo le sedute?

Dermoabrasione, trattamento laser o chirurgia: ci sono molti modi per sbarazzarsi di un tatuaggio e farlo scomparire o almeno sbiadirlo. La scelta della tecnica giusta dipende dalle dimensioni, dai colori o dall’eventuale esistenza di allergie.

Il trattamento più popolare e delicato è costituito dal laser, in quanto, molto raramente lascia cicatrici. Tuttavia, può capitare che la pelle dopo la rimozione del tatuaggio presenti vesciche, arrossamento e gonfiore.

A volte si forma anche una crosta sottile, che non va graffiata per non irritare inutilmente la cute. Raramente, le cellule della pelle che producono pigmenti (melanociti) possono essere distrutte, con conseguente ipopigmentazione.

In generale, subito dopo aver rimosso un tatuaggio, la pelle appare più chiara ed è più sensibile ai raggi solari.

Raramente, la rimozione del tatuaggio potrebbe rendere visibili alcune piccole cicatrici: in realtà, non si tratta di una conseguenza del laser bensì del tatuaggio stesso.

Questi segni, infatti, sono rimasti nascosti dai colori ma riemergono una volta che l’inchiostro comincia a sbiadirsi per via del trattamento di rimozione

Si attutiranno da sole, nel tempo.

Creme utili dopo aver rimosso un tatuaggio con il laser
Affinché la pelle si riprenda rapidamente dalla rimozione del tatuaggio con il laser, è consigliata l’applicazione di creme a base di dexpantenolo.

Si tratta di una sorta di precursore della vitamina B5, che ha la capacità di penetrare nella cute e stimolare il suo processo di rigenerazione.

Cosa fare e cosa non fare dopo la rimozione di un tatuaggio

La rimozione del tatuaggio con il laser può essere dolorosa. Provare sensazioni simili al bruciore è un effetto molto comune.

Subito dopo aver rimosso un tatuaggio, tra i 30 minuti e le 3 ore successive alla seduta, episodi di sanguinamento, gonfiore, sbiancamento o arrossamento della pelle sono del tutto normali. Nei 15 giorni successivi, però, bolle e croste cicatrizzanti dovrebbero riassorbirsi.

L’area tatuata, dopo aver rimosso un tatuaggio con il laser, viene in genere bendata per proteggerla dalle infezioni. È una fase, questa, molto delicata e l’attenzione garantisce la riuscita dell’intervento.

Nel dettaglio è assolutamente necessario:

  • evitare la luce solare diretta sulla pelle irritata. Coprire il tatuaggio con indumenti o utilizzare un prodotto solare ad alta protezione (almeno 40) come precauzione;
  • rinunciare a usare saponi e gel doccia almeno per uno o due giorni sulla zona interessata;
  • non utilizzare l’acqua del rubinetto per evitare che la ferita si infetti;
  • raffreddare leggermente la pelle, usando un panno o uno speciale impacco di ghiaccio ed evitando, però, il contatto diretto del ghiaccio sulla cute;
  • sospendere sport, sessioni di sauna, bagni completi o nuoto per una settimana;
  • non toccare o graffiare le croste, che devono cadere da sole.

La zona trattata, inoltre, va tenuta sotto osservazione: infiammazioni, reazioni allergiche o improvvisa comparsa di dolore dopo aver rimosso un tatuaggio con il laser sono campanelli di allarme che rendono consigliabile rivolgersi al medico o al dermatologo.