Maria Luisa Pozzi - MioDottore.it

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macchie in viso gravidanza - pozzi - bergamo

Macchie in viso in gravidanza: trattamento

Le macchie scure del viso durante la gravidanza rappresentano un inestetismo che colpisce tra il 50 e il 75% delle donne, a causa della variazione degli equilibri ormonali, di solito tra il secondo e il terzo trimestre. Questo fenomeno può prendere il nome di melasma, cloasma oppure manifestarsi sotto forma di acne e può svilupparsi con maggiore concentrazione sulle guance, sulle labbra superiori, sul naso e sulla fronte.

Le macchie scure in viso: tipi e cause

Vediamo di fare chiarezza sulle tipologie di queste alterazioni cutanee:

  • melasma: è l’iperpigmentazione della cute la cui manifestazione può avvenire in qualsiasi momento della tua vita, non solo durante la gravidanza, ma anche per altri motivi.
  • cloasma: è una variante della precedente ed è legata in modo specifico al periodo particolarmente impegnativo e stressante della donna in stato interessante.

Si manifestano con la comparsa di macchie di colore scuro sul viso per l’aumento della quantità di melanina causato dall’innalzarsi del livello di estrogeni e di progesterone. Di solito spariscono dopo il parto, ma quando ciò non accade, si possono trattare in modo efficace seguendo i consigli della dermatologa.

macchie in viso durante gravidanza - dermatologa pozzi -bergamo

Come prevenire o ridurre il melasma e il cloasma

Il comportamento più indicato per la prevenzione o la riduzione delle macchie scure in viso è proteggerla dai raggi solari.

Ecco qualche consiglio in merito:

  • usa una crema con un fattore di protezione (SPF) almeno pari a 30;
  • evita esposizioni nelle ore del giorno dove i raggi del sole sono più forti (10.00-14.30);
  • indossa un cappello e gli occhiali da sole quando sei fuori.

Inoltre, per dare una mano alla cute mentre sei in questo splendido momento della tua vita, è bene:

  • consumare acido folico o vitamina B9: aiutano la pelle a ridurre la possibilità della formazione delle macchie. Per assumerli, oltre agli integratori, puoi consumare verdure a foglia verde, cereali, fagioli e noci;
  • evitare di usare la ceretta, poiché tale pratica può irritare ancor di più l’epidermide del viso, peggiorando la situazione;
  • usare cosmetici completamente naturali, senza profumi o sostanze aggressive, che siano ipoallergenici e che non otturino i pori.

Come trattare le macchie scure del viso persistenti?

Se non vanno via da sole dopo la nascita del bambino, diventa d’obbligo l’intervento della dermatologa, che valuterà la condizione e creerà un trattamento personalizzato di sicura efficacia.

Vediamo insieme quali sono i trattamenti che il professionista può consigliarti.

Gel o creme

A base di idrochinone, acido azelaico, acido cogico o acido tranexamico e vanno applicate sulla superficie interessata dall’imperfezione secondo la posologia consigliata.

L’azione di questi prodotti avviene tramite l’inibizione della produzione della melanina oppure con la rimozione dell’eccesso di pigmento.

È essenziale che una dermatologa prescriva i prodotti e verifichi lo sviluppo degli eventi; questo è l’unico modo per essere certi dei risultati.

Peeling chimici

Rappresentano un trattamento sicuro solo se eseguito da una dermatologa professionista e da personale qualificato.

I peeling chimici per trattare le macchie in viso in gravidanza sono a base di acido lattico, acido glicolico, acido salicilico o sostanze simili e hanno un’azione esfoliante che rimuove lo strato superficiale della pelle.

Trattamento laser

Rimuove lo strato più esterno della sezione di pelle dove è presente la macchia, al fine di stimolare la ricrescita al suo posto di nuovo tessuto cutaneo. Il trattamento laser per le macchie in viso in gravidanza viene implementato con varie metodologie, ma sarà il professionista a consigliarti per il meglio.

Terapia IPL (Luce Pulsata Intensa)

Questo metodo, conosciuto anche con il termine di fotofacciale, usa l’emissione di luce intensa per distruggere le cellule pigmentate indesiderate. Agisce in modo mirato sul secondo strato epidermico non alterando il primo e viene assorbita dalla superficie interessata che perde la sua colorazione. È un intervento meno aggressivo, ma pur sempre efficace.

Questi trattamenti possono essere d’aiuto nel caso della formazione di macchie scure sulla pelle in gravidanza. Tuttavia, per salvaguardare la tua salute e sicurezza, non usare il metodo “fai-da-te”: contatta senza impegno la dermatologa Pozzi presente a Bergamo e fissa un appuntamento per un consulto sul trattamento laser oppure sui peeling chimici.

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needling al viso

Con il needling le cicatrici sul viso saranno solo un ricordo

Il needling al viso, noto anche come microneedling, è un trattamento estetico che utilizza aghi sottili per creare micro-canali sulla superficie della pelle del tuo viso.

Questi micro-canali stimolano la produzione di collagene ed elastina, due componenti essenziali che migliorano la texture, la compattezza e l’aspetto generale della tua pelle.

Il needling al viso effettuato a Bergamo può essere utilizzato per trattare varie problematiche della pelle, come rughe, cicatrici, macchie scure e acne.

Needling al viso a Bergamo: ecco come funziona nei dettagli

La prima fase del trattamento riguarda la preparazione della pelle. Prima del trattamento, la tua pelle verrà pulita e igienizzata per eliminare qualsiasi impurità.

Dopodiché, verrà applicata una crema anestetica sulla pelle per ridurre il più possibile l’eventuale dolore durante l’intero trattamento.

L’operatore userà il dispositivo specifico per il needling. Quest’ultimo è costituito da una testa dotata di piccoli aghi sottili, che possono variare da 0,25 a 2,5 millimetri di lunghezza.

L’operatore guiderà delicatamente il dispositivo sulla pelle del tuo viso, lavorando su aree specifiche come le guance, la fronte e il contorno degli occhi.

Durante il trattamento, gli aghi penetrano nella pelle creando micro-canali che attivano la risposta fisiologica della pelle al trauma.

In seguito a questa operazione, la pelle produrrà nuovo collagene ed elastina, due sostanze che migliorano la struttura e la compattezza della pelle. Questo processo di rigenerazione della pelle può durare fino a sei mesi.

Durata e frequenza del trattamento

La durata e la frequenza del needling al viso dipendono dalla specifica condizione della tua pelle e dalla gravità della problematica. In generale, si consiglia di eseguire il trattamento in una serie di sedute per ottenere i migliori risultati.

Ci sono alcune indicazioni generali sulla durata e la frequenza del needling al viso che ti permetteranno di comprendere fino in fondo il trattamento.

Un primo aspetto riguarda il numero di sedute. Ti consigliamo, a tal proposito, di eseguire almeno dalle tre alle sei sedute di needling al viso per ottenere i migliori risultati. Tuttavia, il numero di sedute dipende dalla problematica della tua pelle e dalle esigenze personali.

Per quanto riguarda la durata di una singola seduta di needling al viso ti diciamo che essa può durare dai 30 ai 60 minuti.

Ovviamente ci saranno degli intervalli programmati tra le singole sedute. Ti consigliamo di eseguire le sedute di needling al viso a intervalli di 4-6 settimane. Questo intervallo permette alla pelle di guarire completamente dopo ogni trattamento e di produrre il nuovo collagene ed elastina in maniera completamente naturale.

Dopo il completamento della serie di trattamenti, si consiglia di mantenere i risultati del needling al viso con una seduta di mantenimento ogni 3-6 mesi.

Possibili effetti collaterali del needling al viso a Bergamo

Il needling al viso è generalmente un trattamento sicuro e non invasivo ma, come qualsiasi procedura medica o estetica, può comportare alcuni effetti collaterali.

Uno dei possibili effetti collaterali è l’arrossamento e gonfiore della pelle. La tua pelle potrebbe apparire arrossata e gonfia per un paio di giorni dopo il trattamento. Ma non dovrai preoccupartene. Questo è un effetto collaterale comune e si risolve di solito entro pochi giorni.

Spesso capita, inoltre, di provare una sensazione di prurito e bruciore. Anche in questo caso, però, le sensazioni dovrebbero risolversi entro pochi giorni.

Talvolta si riscontra che il trattamento può comportare cambiamenti nella pigmentazione della pelle, in particolare se la pelle viene esposta al sole dopo il trattamento. Ti consigliamo, pertanto, di evitare l’esposizione al sole e di utilizzare creme protettive per la pelle dopo il trattamento. Questa cura post trattamento è una forma di prevenzione per la tua pelle dopo il needling.

In conclusione, possiamo dire che il needling al viso rappresenta un toccasana per trattare ed eliminare diversi difetti della tua pelle, come rughe, cicatrici, macchie scure e acne.

Il trattamento è relativamente indolore e richiede pochissimo tempo di recupero e i risultati possono richiedere diverse settimane per diventare visibili.

Ti consigliamo di eseguire una serie di trattamenti per ottenere i migliori risultati. Inoltre, è fondamentale che ti prenda il tempo per consultare un professionista esperto come la dermatologa Pozzi, per determinare il piano di trattamento più adatto alle tue esigenze.

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cheloidi

Cheloidi e cicatrici: dalla prevenzione alla cura

Cheloidi: cosa sono

I cheloidi sono tumori fibrosi benigni (non cancerosi) della pelle. Donne e uomini hanno identiche probabilità di vederli comparire. Di solito, i cheloidi si sviluppano sulla pelle lesa (acne, ustioni, varicella, tagli, punture di insetti, piercing, cicatrici chirurgiche, tatuaggi, vaccini, etc), anche se a volte compaiono spontaneamente. La formazione di un cheloide non è determinata dalla gravità della lesione: anche una leggera abrasione cutanea può causare un cheloide.

Come si formano i cheloidi

I cheloidi si formano a seguito della guarigione anomala di una ferita. Normalmente, esiste un equilibrio tra la produzione e la scomposizione del collagene, una proteina costituente delle fibre della pelle.

Un cheloide si sviluppa su una cicatrice quando alcune cellule della pelle chiamate fibroblasti producono quantità eccessive di collagene. Le fibre di collagene risultano più spesse e svolgono un ruolo nel caratteristico aspetto spesso e rialzato delle cicatrici.

L’esatto processo mediante il quale si verificano i cheloidi è, a oggi, sconosciuto. Le possibili cause includono alcuni fattori genetici, la tensione cutanea e la presenza di un numero molto elevato di fibroblasti nella pelle.

Sintomi e complicazioni dei cheloidi

I cheloidi sono generalmente sodi, in rilievo, lucenti e lisci. Il loro colore tende al rosa o al rosso. I cheloidi si estendono sempre oltre i confini della lesione originale, anche di diversi centimetri. I

l colore, la forma e le dimensioni delle cicatrici possono cambiare nel tempo. Di solito non sono dolorosi, ma spesso prudono.

È più probabile che i cheloidi appaiano su braccia, schiena, orecchie, parte inferiore delle gambe, centro del torace e collo.

Possono formarsi mentre la lesione sta guarendo o impiegare diversi mesi e persino anni per svilupparsi: talvolta, la loro crescita continua per un tempo indefinito.

Le cicatrici cheloidi di solito causano poche complicazioni. A seconda del loro aspetto e della loro posizione, possono generare un certo disagio psicologico, poiché è probabile che diventino molto prominenti.

I cheloidi possono interferire con determinati movimenti, specialmente se risiedono su un’articolazione. È possibile che diventino cancerosi, ma è un’eventualità molto rara.

Si distinguono dalle cicatrici ipertrofiche (di spessore anormalmente grande), in quanto si estendono oltre il bordo del sito leso e possono comparire anche in assenza di una lesione.

Le cicatrici ipertrofiche sono più comuni dei cheloidi: il dermatologo può aiutare a distinguere tra i due.

Come si cura una cicatrice cheloide?

La diagnosi dei cheloidi può essere fatta da un dermatologo, in base prima alla posizione e all’aspetto della cicatrice, quindi alla sua crescita nel tempo.

Il sanitario esegue un esame fisico e compila l’anamnesi, ovvero la storia medica e personale del paziente, per escludere altre condizioni. Una biopsia cutanea è utile a confermare la diagnosi e ad escludere la possibilità di un tumore maligno.

Attualmente non esiste un metodo efficace per il trattamento dei cheloidi. In passato era raccomandata la rimozione chirurgica delle cicatrici. Tuttavia, tra il 45% e il 100% delle persone vedrà ricomparire il cheloide, se l’intervento chirurgico non è combinato con un’altra forma di trattamento (radioterapia, bendaggi, etc). Il nuovo cheloide, inoltre, potrebbe essere più grande e prominente dell’originale.

Uno dei pilastri del trattamento consiste nell’iniezione di steroidi, direttamente nella cicatrice. Gli steroidi, infatti, promuovono la disgregazione del collagene. Le cicatrici diventano, quindi, meno prominenti mentre il dolore e la sensibilità che provocano diminuiscono.

Laserterapia

I trattamenti laser sono oggi utilizzati per diversi tipi di problemi della pelle, inclusi i cheloidi e spesso vengono combinati con iniezioni di steroidi, per ottenere i migliori risultati estetici.

Il principio del laser consiste nel proiettare un raggio di luce sulla cicatrice tramite impulsi. Il trattamento con il laser non è invasivo, infatti, utilizza la dermoabrasione per distruggere il tessuto in eccesso. Al contatto con la pelle, il laser si trasforma in energia e distrugge il cheloide. Potrebbero essere necessarie diverse sessioni, a seconda dell’estensione del cheloide.

Come prevenire la formazione di cheloidi?

In generale, per prevenire la formazione di cheloidi, l’idratazione quotidiana è essenziale.

Finché persiste un rossore, inoltre, è sconsigliabile esporsi al sole per evitare il rischio di iper-pigmentazione.

Alcune misure possono, soprattutto nei soggetti a rischio di ereditarietà, aiutare a ridurre le probabilità di comparsa e sviluppo di cheloidi:

evitare piercing nelle zone a rischio (orecchie, collo, sterno)
applicare la protezione solare ogni due ore e proteggere la pelle dall’esposizione ai raggi UV;
usare bendaggi compressivi regolarmente, per coadiuvare il processo di guarigione.

 

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Microneedling: cos’è e a cosa serve?

Microneedling: in cosa consiste?

Il microneedling, che in italiano si traduce in “micro perforazione”, è una tecnica dermatologica volta al ringiovanimento, basato sulla ripetuta foratura della pelle con dei microaghi.
Questo innovativo trattamento è volto a favorire il rinnovamento cutaneo, avendo come obiettivo quello di generare un nuovo collagene; utilizzato prevalentemente sul viso, aiuta al miglioramento dei tratti della pelle che sono compromessi da rughe, smagliature e pori dilatati.

Il microneedling, dunque, agisce tramite una serie infinita di piccole perforazioni nell’epidermide; la pelle reagisce a queste lesioni generando nuovo collagene e favorendo, di conseguenza, un accelerato rinnovamento delle cellule, migliorando lo spessore e la tonicità della pelle.

Già dal primo trattamento, infatti, è possibile vedere ottimi risultati, in quanto la pelle torna ad essere più elastica e luminosa.
Il microneedling si è dunque affermato sempre di più nel panorama dei trattamenti estetici perché la sua applicazione è poco invasiva e non stravolge la pelle ma, anzi, la stimola a rinnovarsi delicatamente e senza provocare danni.

Come funziona il microneedling

La tecnica del microneedling si avvale di uno strumento apposito, la cui testina è dotata di aghi regolabili, da 0,1 mm fino a 2,5 mm.

Il trattamento inizia con l’applicazione di una crema anestetica che viene fatta agire per circa 20 minuti; a seconda della zona su cui si deve agire, si regola la lunghezza degli aghi, andando poi ad effettuare delle piccole perforazioni che favoriscono l’introduzione di attivi in profondità. Una volta terminata la procedura, l’area interessata al trattamento viene tamponata con una garza sterile, al fine di eliminare le tracce di sangue e poi, infine, viene applicata una crema o gel di acido ialuronico, con proprietà cicatrizzanti.

All’inizio il viso appare lievemente arrossato ed è consigliabile evitare per almeno due giorni l’applicazione di make-up e, per almeno due settimane, l’esposizione ai raggi solari.
Questa seduta ambulatoriale del trattamento dona maggiori benefici se ad essa viene associato il trattamento con mirconeedling cosmetico domiciliare, praticabile anche tutti i giorni.

Con il dermaroller, infatti, è possibile praticare un trattamento fai da te simile al microneedling, ma bisogna fare attenzione; la pratica della micro perforazione deve essere necessariamente eseguita da uno specialista e non può essere in nessun modo eseguita da soli. Con il dermaroller, infatti, si applica semplicemente una sorta di “mantenimento” degli effetti benefici del microneedling ma anche in questo caso ci sono degli avvertimenti specifici da seguire. Innanzitutto il dermaroller che si acquista non deve mai avere aghi che superino il millimetro di lunghezza e in più devono essere sterilizzati e disinfettati con cura sia prima che dopo l’utilizzo.

La procedura ideale è quella di dividere il viso in quattro: fronte, guance, mento e collo; bisognerà poi effettuare leggeri movimenti verticali e orizzontali ed evitare che l’applicazione duri più di due minuti per zona. Generalmente è consigliato non farlo più di due volte alla settimana, evitando che la pelle si stressi troppo anche perché, se i forellini cominciano a sanguinare, è segno che si è abusato troppo di questo strumento.

Vantaggi e controindicazioni del microneedling

Il microneedling ha il particolare vantaggio di essere un avanzato metodo anti-age che riduce i sintomi e i danni della pelle provocati dall’invecchiamento, ma non solo. Grazie a questa tecnica si sono registrati netti miglioramenti anche nella eliminazione o diminuzione di ustioni o di acne, nella riduzione della comparsa di smagliature, nel maggiore assorbimento di acido ialuronico e, in alcuni e rari casi, è adoperato anche per contrastare e migliorare gli effetti della vitiligine e del melasma.

Come ogni trattamento estetico, anche il microneedling non è esente da controindicazioni; è infatti sconsigliato effettuare queste sedute nel caso ci sia una gravidanza in atto, in una fase attiva dell’acne o nel caso si abbiano malattie della pelle, come psoriasi o eczema.

Il microneedling è sconsigliato anche nei casi in cui si contragga herpes labiale o se si abbia fatto di recente una radioterapia.
Tra i sintomi collaterali più comuni c’è la possibilità di contrarre forme lievi di eritemi o desquamazioni, ma facilmente superabili in due o tre giorni.

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needling e microneedling

Needling e microneedling: quali differenze?

L’esposizione costante ai raggi solari e allo smog costringono tantissime persone a cure dedicate per salvaguardare la propria pelle da potenziali patologie. Sebbene esistano prodotti di ottima qualità per tutelare il viso, le soluzioni più indicate sono i trattamenti specializzati. Tra le soluzioni più interessanti e apprezzate degli utenti figurano il needling e il microneedling, nelle prossime righe esamineremo meglio tali tecniche e le loro differenze principali.

Needling e microneedling: soluzione contro gli inestetismi

Prima di analizzare quelle che sono le differenze concrete tra needling e microneedling è opportuno definire tali termini.

La parola needling identifica una tecnica moderna capace di contrastare alcune tipologie di inestetismi cutanei attraverso dei microtraumi, questi ultimi causati alla pelle utilizzando degli aghi molto piccoli. Il processo di ricambio cellulare stimola la produzione di elastina, di collagene e di acido ialuronico donando alla pelle nuova vitalità, visibile soprattutto nella tonicità, compattezza e luminosità.

Il termine microneedling, allo stesso modo identifica l’identico concetto di fondo, cioè quello di un piccolo intervento estetico utilizzando degli aghi sulla cute che stimolano la produzione di elastina, acido ialuronico e collagene.

Anche i professionisti più esperti, per semplificare la comprensione ai propri utenti, utilizzano i termini needling e microneedling come sinonimi, ma in realtà non lo sono, come spiegheremo nelle prossime righe.

Tipologie di needling e microneedling

Entrambe le tecniche possono essere suddivise in tre tipologie differenti: cosmetico, medico e chirurgico.

Cosmetico: l’utilizzo di una tecnica di needling o microneedling cosmetico è quello più semplice, puoi praticarlo anche da solo utilizzando un rullo con degli aghi dedicati. Attraverso il movimento del rullo sulla pelle è possibile ricreare delle microperforazioni, queste aumentano la capacità della pelle stessa di assorbire le creme che vengono applicate quotidianamente. Tale soluzione è consigliata a coloro che hanno già effettuato un trattamento di needling o microneedling medico.

Medico: questa tecnica necessita delle mani di un professionista, viene praticata in ambulatorio usualmente dalle 3-4 sedute in un arco temporale di 45-60 giorni. Da un punto di vista prettamente tecnico le microperforazioni sono più profonde e in molti casi si può incorrere in piccole infiammazioni localizzate che stimolano maggiormente la riparazione delle cellule. Tale processo è ottimo per incrementare esponenzialmente la produzione di collagene a livello del derma e di migliorare la tonicità della pelle.

Chirurgico: quando si esegue un trattamento di needling oppure di microneedling chirurgico viene utilizzato un rullo con aghi molto più lunghi, usualmente intorno ai 3 millimetri. Tale intervento viene effettuato in sala operatoria e in gran parte dei casi vi è la necessità di una piccola sedazione. L’applicazione chirurgica è sicuramente la tecnica più invasiva, questa comporta un leggero sanguinamento, ma allo stesso tempo incrementa la stimolazione dei fattori di riparazione.

A cosa servono il needling e il microneedling

Le tipologie di trattamento evidenziano quelle che sono anche le necessità di chi le utilizza, la gran parte delle persone può affidarsi tranquillamente al needling cosmetico senza sfociare necessariamente in quello medico o chirurgico. Ma a cosa servono principalmente tali trattamenti?

Oltre a ottenere una maggiore tonicità, compattezza e luminosità della pelle, l’impiego di tali tecniche è utile principalmente per quattro motivi: rughe, cicatrici, fotoinvecchiamento e macchie.
Un trattamento di questo genere consente di ridurre o eliminare le rughe intorno alla bocca e agli occhi, a cui si possono legare dei benefici anche alla riduzione estetica di cicatrici post acneiche, soprattutto nei giovani.

Moltissime persone adottano un trattamento di questi tipo anche per riparare i danni causati dal fotoinvecchiamento oppure per rimuovere le macchie scure causate da un’errata esposizione al sole.

Le differenze tra needling e microneedling

Preso atto di quelle che sono le potenzialità di questi trattamenti è giunto il momento di comprendere quali siano le differenze sostanziali.
La principale differenza tra il microneedling e il needling consiste nella lunghezza degli aghi impiegati durante il trattamento. La variazione della lunghezza degli aghi determina quella che è la profondità d’azione sulla pelle, generando due risultati molto diversi tra loro.

Entrando più nel dettaglio della lunghezza degli aghi utilizzati per il trattamento, si intende microneedling quando si applicano aghi dalla lunghezza massima di 0.5 millimetri, mentre per il needling si adoperano aghi dalla lunghezza variabile tra i 0.5 millimetri fino a 3 millimetri.

Un trattamento di microneedling è indicato per chi ha pelli molto giovani, mentre il needling è la soluzione migliore per chi ha rughe diffuse, acne, cicatrici e macchie evidenti sulla cute.

Conclusioni

Sia il needling che il microneedling sono trattamenti volti alla cura degli inestetismi della pelle, il primo sicuramente più incisivo, il secondo adatto anche a coloro che non hanno segni evidenti sul viso. La scelta della tipologia di trattamento, cosmetico, medico oppure chirurgico dipende dalle condizioni della pelle; ogni soggetto può pianificare un piano risolutivo personalizzato in base alle esigenze. Ricordati di rivolgerti sempre ad un professionista!

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Cos’è la laser terapia

L’uso del laser

Il laser, il cui acronimo inglese tradotto in italiano vuol dire amplificazione di luce mediante emissione stimolata di radiazione, è solo una delle tante strumentazioni che questo specialista utilizza per gestire una vasta gamma di criticità. Negli ultimi anni tuttavia, il laser si è rivelato molto utile per curare diverse patologie e quindi il suo impiego è sempre più frequente. Gli apparecchi moderni sono infatti sempre più sofisticati e sono stati fatti enormi passi in avanti da quando nel 1961 il dottor Leon Goldman ha usato per la prima volta il laser in dermatologia aprendo di fatto la strada alle scoperte tecnologiche e terapeutiche che sono state fatte in tempi più recenti.

Il laser e la cura della pelle

In dermatologia il laser viene usato in diversi trattamenti tra i quali segnaliamo

  • lesioni cheratosiche
  • angiomi di piccola dimensione,
  • condilomi,
  • cicatrici da acne
  • vene varicose
  • asportazione di nevo
  • asportazione tumori cutanei
  • verruche
  • smagliature
  • ringiovanimento cutaneo

La larga applicazione di questa tecnologia trova la sua origine nel fatto che essa può intervenire anche per trattamenti chirurgici, offrendo numerosi vantaggi rispetto ai tradizionali bisturi. Il laser infatti riduce il sanguinamento e può rendere molto più rapida la cicatrizzazione della ferita. Questo tuttavia non può sostituire la chirurgia eseguita con il bisturi, ma è una modalità operativa che può solo affiancarla in caso di esigenze specifiche.

La terapia con il laser

Con il laser si possono fare due diversi tipi di terapie e questo ti consentirà di avere sempre una soluzione appropriata al tuo problema.

  • Laser terapia a scansione che permette di trattare zone molto vaste, per cui lo specialista imposta l’area dove agire e l’applicazione può essere effettuata senza la presenza dell’operatore. Le patologie che possono essere curate sono di diversa natura e tra queste possiamo segnalare le artriti, le borsiti, la cervico-artrosi o le contratture, mentre in dermatologia questo laser viene utilizzato per l’epilazione.
  • Laser terapia a contatto che agisce solo su singoli punti in modo molto circoscritto e la presenza di un dermatologo competente è fondamentale per gestire in modo professionale l’intervento. In dermatologia questo tipo di laser trova larga applicazione e possiamo certamente segnalare le cicatrici, le verruche o le vene varicose.

I tipi di laser più utilizzati

Non tutti i laser sono uguali ed infatti il laser per l’epilazione ad esempio non può essere utilizzato per la rimozione degli angiomi o delle macchie solari. Il Laser CO2 frazionato e il Laser q-Switched sono tra le tecnologie più utilizzate in dermatologia e hanno quindi diverse applicazioni per cui spesso il medico interviene servendosi di questi strumenti.

  • Il laser CO2 frazionato: Questo tipo di tecnologia permette di trattare un unico punto poiché il fascio luminoso colpisce solo ciò che richiede un intervento toccando l’epidermide e il derma in modo molto selettivo. Il tessuto circostante non viene interessato dal trattamento pertanto questo laser consente una guarigione molto veloce e riduce i rischi di infezioni. Il laser frazionato ablativo colpisce l’epidermide lasciando inalterati gli strati sottostanti, mentre quello non ablativointerviene sul derma. Sarà il dermatologo a consigliarti la tecnologia giusta per il tuo specifico problema.
  • Il laser q-Switched: Questo tipo di tecnologia emette onde brevi ad energia elevatissima ed è principalmente usato per la rimozione dei tatuaggi.

I trattamenti possibili con il laser

Con il laser puoi affrontare anche problemi di natura estetica.

  • La depilazione permanente: se vuoi risolvere in modo definitivo il problema dei peli superflui il dermatologo può rimuoverli con il laser. Lo scopo del trattamento è quello di intervenire solo sul bulbo pilifero e non sui tessuti circostanti. Questo sistema è sempre più utilizzato perché offre ottimi risultati. Non è sufficiente una sola applicazione, ma sono necessari più interventi. I peli infatti presentano caratteristiche e resistenze diverse, pertanto il dermatologo valuterà il caso specifico e potrà poi stabilire il numero di sedute necessarie.
  • Gli inestetismi della pelle: se hai cicatrici, efelidi, macchie, puoi intervenire e rimuoverli grazie al laser. Anche in questo caso quindi, lo specialista deve fare una valutazione accurata delle condizioni del paziente prima di individuare la soluzione più opportuna. In molti si rivolgono al dermatologo per rimuovere i tatuaggi. Il laser ha il vantaggio di agire rompendo solo i pigmenti colorati senza lasciare segni sulla pelle ed è pertanto la soluzione ideale per cancellare tatuaggi amatoriali o professionali. Il trattamento prevede delle differenze molto rilevanti che sono determinate dalla quantità e dalla qualità del colore utilizzato. Ci sono infatti colori molto resistenti che richiedono più sedute terapiche.
  • I nei, gli angiomi e la cheratosi che è un’alterazione dell’epidermide per un ispessimento del tessuto: se il tuo problema è dato da questi inestetismi è opportuno procedere per gradi facendo innanzitutto una visita dermatologica specifica che garantisca un intervento appropriato. Il laser può infatti eliminare tutti queste imperfezioni agendo solo sulla parte interessata. Ancora una volta la professionalità del dermatologo e la sua esperienza sono una garanzia nell’affrontare problematiche di salute molto delicate. Lo specialista infatti deve valutare la necessità e il tipo di intervento appropriato. L’attenzione per il proprio corpo è un requisito indispensabile per la prevenzione, pertanto è necessario rivolgersi al dermatologo periodicamente e non trascurare mai la propria pelle anche attraverso la mappatura dei nei. Questa consiste in un controllo costante delle lesioni pigmentate che sono presenti sul corpo e quindi di intervenire tempestivamente in caso di melanoma.
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Che cos’è il peeling e perché farlo

Il peeling è un perfetto alleato di bellezza. Ecco qualche consiglio per attuarlo in maniera efficace e sicura.


Cos’è il peeling e in cosa differisce dallo scrub

Molto spesso i concetti di peeling e scrub vengono erroneamente confusi. È importante, invece, comprendere bene la differenza che intercorre tra i due processi per effettuare scelte più consapevoli e che meglio si adattino ai propri bisogni.

In particolare, lo scrub è un trattamento che in italiano può essere tradotto come “esfoliazione”: consiste, infatti, nell’esercitare sulla superficie della pelle un’abrasione di tipo meccanico che ha come scopo quello di rimuovere lo strato superficiale di cellule morte e residui di sostanze provenienti dall’ambiente esterno. I risultati di uno scrub sono immediatamente visibili: la pelle appare più liscia, più depurata e priva di inestetismi, almeno superficialmente.

Benché l’obiettivo del peeling, invece, sia molto simile, il suo meccanismo di funzionamento è piuttosto differente. Mentre con lo scrub, infatti, si agisce in maniera meccanica solo sullo strato visibile, con il peeling si agisce per via chimica.

Sottoporsi a un trattamento di peeling vuol dire, infatti, applicare sul proprio viso una miscela di acidi ed enzimi studiata ad hoc (molto spesso anche per la propria tipologia di pelle) le quali distruggono, bloccano e favoriscono l’allontanamento di cellule cutanee morte, di sebo e di altre sostanze chimiche (come alcuni pigmenti, causa di macchie scure) ma agendo più in profondità, e nello specifico attaccando gli strati più interni e profondi dell’epidermide, certamente non raggiungibili con un semplice scrub.

Perché sottoporsi a un peeling

I motivi che possono indurre una persona a sottoporsi a una seduta di peeling sono molteplici. Innanzitutto, è bene specificare che si tratta di una tecnica molto versatile, poiché si possono utilizzare diversi principi attivi, e in concentrazioni e rapporti variabili, per esplicare diverse funzioni e adattarsi in maniera eccellente a ogni tipologia di cute. Ciò è spiegato dalle diverse funzioni che la miscela del peeling può esplicare: non solo detergere la pelle in profondità ed espellere cellule cutanee morte, ma anche ridurre le occhiaie, donare maggior tono al colore della pelle, rendere l’epidermide più compatta e allontanare i pigmenti responsabili di sgradevoli macchie cutanee, come quelle che seguono una forte acne. Il peeling, dunque, può rendere la pelle più giovane, donarle nuovo turgore e un aspetto molto grazioso.

Se presenti problemi cutanei molto evidenti, come un eccesso di sebo o delle aree scure sul viso, il peeling può essere la soluzione ottimale, alla quale ricorrere periodicamente.

Generalmente le sedute di peeling sono molto brevi, e non richiederanno più di 30 minuti del tuo tempo. A seconda della miscela di eccipienti utilizzata, inoltre, può essere necessario più o meno tempo tra una seduta all’altra, con intervalli che vanno da due settimane fino a più di un mese. I risultati sono visibili sin dai primi trattamenti, ma per un effetto completo sono necessarie diverse sedute.

Il peeling è dunque la soluzione perfetta a diversi inestetismi, ma è bene che prima di procedere si incontri il proprio estetista e si stabilisca insieme il risultato atteso, in relazione anche al proprio tipo di pelle.

Controindicazioni e avvertenze

Il peeling è una tecnica molto efficace per ridurre gli inestetismi, ma allo stesso tempo pone sotto stress la cute. Innanzitutto, devi sapere che in alcuni casi in seguito all’applicazione della miscela si può avvertire un leggero bruciore, il quale è del tutto normale ma non sempre sopportato dalle pazienti.

Tuttavia, la pelle non è sensibile solo durante il trattamento, ma lo risulta anche in seguito. Per questo motivo, l’estetista può consigliare di applicare una crema lenitiva dopo il processo, o di non esporsi ai raggi del sole per evitare arrossamenti, infiammazioni e bruciori (anche se si utilizza un filtro solare). Alla luce di quanto detto, dunque, è certamente consigliato non sottoporsi a un peeling chimico in piena estate.
Lo stesso discorso vale per i detergenti particolarmente aggressivi: non è consigliabile il loro impiego dopo il peeling. È invece molto più indicato ricorrere a un sapone delicato, possibilmente naturale.

Non bisogna poi naturalmente trascurare il tipo di pelle: se la tua epidermide è molto sensibile, il peeling potrebbe non essere la soluzione adatta per risolvere i problemi estetici. Nonostante tutto, però, sono stati messi a punto – ed altri sono in fase di sviluppo – trattamenti di peeling estremamente delicati, che impiegano enzimi provenienti da erbe e da frutti, in grado di esplicare un’azione mirata senza effetti collaterali di alcun tipo.

In ogni caso, il consiglio è sempre quello di applicare una parte della miscela in un piccolo punto non molto evidente: se si manifestano bruciore intenso o arrossamento imprevisto, è bene non procedere al trattamento.

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laser

L’Utilizzo del laser per trattamenti dermatologici

Il laser è uno strumento utilizzato dalla medicina terapeutica ed estetica per sfruttare gli effetti positivi e benefici dell’energia.

L’obiettivo di questo trattamento è quello di generare una reazione biochimica nella zona della membrana cellulare, che può essere più o meno vasta, in relazione al tipo di laser.

Si tratta, dunque, di una soluzione pratica, indolore e senza controindicazioni per la risoluzione di diversi inestetismi che spesso diventano un vero e proprio limite nella vita quotidiana.

Si parte dai segni dell’acne all’attenuazione di cicatrici iperpigmentate, dalle macchie della pelle ai trattamenti di schiarimento di tatuaggi.

Rughe, problemi di flaccidità, pelle danneggiata dal sole e tutti quei piccoli o grandi difetti della pelle che ti causano disagio.

Finalmente la tecnologia in combinazione con le scoperte in campo dermatologico, è riuscita ad elaborare un trattamento efficace e risolutivo.

L’efficacia del trattamento laser

Il laser, infatti, è una fonte di energia elettrica prodotta sotto forma di onda luminosa. Grazie a questo trattamento l’energia si amplifica e viene dirottata su un’area del corpo, ad un’intensità molto elevata.

Si tratta di un grande alleato della branca dermatologica perché riesce a trattare problemi anche molto gravi in modo efficace già dopo le prime applicazioni, riducendo inestetismi e infiammazioni localizzate. Grazie ai continui aggiornamenti tecnologici, inoltre, questo strumento viene utilizzato sempre più a larga scala, ottenendo risposte positive e sicure in modo non invasivo.

In generale il laser viene utilizzato per il trattamento di problemi come l’acne, le varici, i capillari, l’alopecia, le cicatrici, il fotoinvecchiamento e le smagliature.

Ma anche per il trattamento di macchie sulla pelle, la psoriasi, la rimozione dei tatuaggi, le verruche, i tumori della pelle, la rinofina e tante altre lesioni cutanee.

Si passa dai piccoli problemi alle patologie di maggiore gravità che richiedono trattamenti diversi, individuati di volta in volta da dermatologi specialisti come la dottoressa Pozzi, che da anni opera nel settore con ottimi risultati.

La dermatologia riconosce sostanzialmente due tipologie di terapie laser, a scansione e a contatto.

La terapia laser a scansione e a contatto: per quali disturbi viene utilizzato

Il laser a scansione è un dispositivo che emette un tipo di luce monocromatica applicabile su un’area del corpo abbastanza ampia. Il fascio prodotto è concentrato in un raggio rettilineo in grado di creare modificazioni fotobiologiche e fotochimiche sulle cellule dei tessuti.

I tipi di laser che possono essere utilizzati sono diversi ma quelli impiegati nella struttura della dottoressa Pozzi sono di ultima generazione.

Possono operare in modo singolo o con azione combinata, per dar vita ad una terapia adeguata che operi su diversi fronti, per sfruttare tutte le sorgenti.

Il laser, infatti, emette particelle denominate fotoni che interagiscono con i tessuti, producendo effetti fotochimici fortemente benefici per l’organismo come:

– la vasodilatazione, che si verifica con un aumento del calore locale che causa una stimolazione neuro vegetativa con effetti stimolanti per il tessuto cellulare, antiflogistici, eutrofici e antiedema, assicurando un nuovo vigore alle zone trattate;
– la stimolazione del metabolismo: per accrescere le richieste metaboliche delle cellule e assorbire più liquidi, con l’effetto di ridurre gli edemi e attivare un corretto ricambio cellulare, grande alleato della salute e del benessere;
– l’aumento del drenaggio linfatico: per favorire il circolo dei liquidi finalizzato al ringiovanimento cellulare.

In tutti e tre casi si tratta di reazioni cellulari che hanno un effetto antinfiammatorio, antalgico e biostimolante perfetto anche in caso di artrosi, neuriti, contratture, tenosinoviti, sciatalgie, lombalgie e svariate altre patologie. Da quanto detto si comprende che il laser è idoneo al trattamento di inestetismi della pelle ma anche per la cura di alcuni disturbi come i dolori articolari e muscolari.

Per qualsiasi dubbio è possibile rivolgersi alla dottoressa Pozzi che saprà fornirti spiegazioni chiare sul tipo di percorso da iniziare.

Come avviene il trattamento dermatologico con il laser

Il trattamento è assolutamente indolore, non è invasivo e non presenta rischi. Deve essere eseguito da un terapista che applica il fascio di luce sulla zona da trattare, sulla quale il paziente avverte una sensazione di calore.

Il numero di sedute varia in base alla gravità del problema, alla risposta del singolo soggetto e all’evoluzione clinica della terapia.

La differenza sostanziale tra il laser a scansione e quello a contatto è che il primo, rispetto al secondo, consente di trattare aree più vaste del corpo e dunque presuppone un tempo inferiore di applicazione.

Entrambi non presentano controindicazioni ma riguardano un tipo di trattamento sconsigliato ai portatori di pacemaker, in caso di gravidanza, epilessia o in presenza di eventuali neoplasie.

Presso lo studio della dottoressa Pozzi è possibile eseguire trattamenti con le migliori tecnologie, per interventi mirati ed efficaci finalizzati ad ottenere ottimi risultati su inestetismi cutanei di vario genere.

In una prima visita, la dermatologa analizzerà il tipo di inestetismo illustrando al paziente l’intervento più mirato da adottare e i risultati che è possibile ottenere dopo un determinato numero di sedute.

Serietà, professionalità e formazione continua, per la risoluzione di problematiche che riusciranno finalmente a cambiare la tua vita.

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peeling

Peeling chimico

Peeling chimico – tutto quello che devi sapere

Il peeling chimico è considerato un trattamento dermo estetico, che di fatto esfolia la pelle, attivando un veloce processo di rigenerazione cellulare.

L’obiettivo primario di questa tecnica è quello di eliminare, quanto più possibile, gli instetismi di diversa origine. Il peeling chimico, viene anche utilizzato anche per particolari trattamenti su affezioni cutanee, per le quali occorre intervenire in profondità.

Per questa sua capacità di attivarsi a fondo sulle cellule, il trattamento viene effettuato non solo nei centri estetici, dove normalmente si interverrà su inestetismi superficiali, ma anche negli studi medici specializzati, all’interno dei quali si usano peeling chimici, capaci di lavorare più a fondo.

Quando usare il peeling chimico

Nell’approfondire l’utilizzo del peeling chimico, si potrà notare come, oltre ad essere utilizzato per eliminare rughe, macchie cutanee, lentiggini e piccole cicatrici provocate dall’acne, in ambito medico, l’utilizzo è destinato alla risoluzione di problematiche leggermente più complesse come acne, verruche, dermatite seborroica e ovviamente le tanto odiate smagliature.

Ovviamente qualsiasi applicazione, dovrà essere necessariamente preceduta da una valutazione della sintomatologia sulla quale intervenire, in base alla quale, l’operatore estetico o medico sanitario, dovrà decidere quale peeling utilizzare.

Da sottolineare che solo i medici potranno usare quantità di acido esfoliante, nella misura superiore al 30%.

Tra i vari benefici del peeling chimico, si possono anche evidenziare la capacità di ridare luminosità all’incarnato, esaltarne l’effetto di levigatura e rendere il colorito della pelle uniforme, di fatto il trattamento si potrà definire un vero e proprio intervento antiaging, sebonomalizzante e schiarente.

Come funziona il peeling chimico
Il trattamento prevede l’applicazione, sulla zona da trattare, di una apposita soluzione contenente uno o più agenti chimici.

I più usati sono: l’acido salicilico, l’acido glicolico e l’acido tricloroacetico. La soluzione, una volta preparata, viene stesa con un pennello e lasciata in azione per qualche minuto, dipende ovviamente dal tipo di pelle che si sta trattando.

L’azione dell’acido è rivolta nell’immediato all’eliminazione dell’epitelio invecchiato e successivamente alla sua immediata rigenerazione.

Trascorso il tempo di posa necessario, la pelle viene detersa e successivamente viene applicata una crema o una lozione altamente idratante.

Una regola importantissima da seguire è quella che consiglia di non esporsi ai raggi UV, sia prima che dopo l’applicazione. Nel periodo successivo al trattamento, sarà bene evitare il sole per almeno 3/4 settimane, e comunque anche dopo è preferibile fare uso di una crema solare con protezione a schermo 50+.

Durante la stesa o la posa del peeling chimico, si potrebbe avvertire un fastidioso bruciore, niente panico, scompare in pochissimi secondi.

Nei giorni successivi il trattamento, la pelle potrà squamarsi o potrebbe comparire un leggero rossore, anche in questo caso nessuna paura, si tratta di reazioni normali, basterà applicare una crema lenitiva, mattino e sera.

Quante sedute occorrono per ottenere il risultato

Tutto dipenderà ovviamente dal tipo di problema che si dovrà risolvere e dalle reazioni del singolo soggetto.

Normalmente dopo le prime sedute, effettuate a distanza di 7 o 15 giorni una dall’altra, si inizieranno a vedere i primi risultati, saranno poi gli operatori che effettuano il trattamento a valutare il numero delle sedute necessarie.

Si potrà chiedere un approfondito consulto alla dermatologa dottoressa Pozzi, che saprà consigliarvi per il meglio.

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Utilizzo del laser Q-Switched per trattamento di macchie cutanee

Quello delle macchie cutanee è un problema che affligge moltissime persone, se in passato questi inestetismi erano quasi impossibili da eliminare, perlomeno con trattamenti poco invasivi ed indolore ad oggi le cose sono cambiate.

L’utilizzo del laser Q-Switched rappresenta infatti una vera e propria rivoluzione nel campo dei trattamenti cutanei consentendo un approccio selettivo e indolore.

Quali sono i vantaggi dell’utilizzo del laser Q-Switched

Grazie al laser Q-Switched è possibile intervenire direttamente sulle lesioni cutanee pigmentate, che siano macchie acquisite o congenite ma è possibile anche intervenire per l’eliminazione dei tatuaggi.

Il laser Q-Switched utilizza il principio della fototermolisi selettiva, il fascio di luce emesso da uno specifico strumento è direzionato sul lembo di pelle da trattare, lasciando intatta la zona circostante.

Inoltre, la tecnologia elevata di questo trattamento consente di emanare il fascio di luce in un periodo brevissimo, pochi nano-secondi, brevità che insieme alla selettività impedisce che il calore possa espandersi danneggiando i tessuti circostanti.

Il comfort che il trattamento laser Q-Switched assicura non è minimamente paragonabile ai diversi trattamenti laser precedenti.

Come funziona il trattamento laser Q-Switched

Se soffri o hai sofferto di acne, inestetismi cutanei, cicatrici o anche per rimuovere in modo efficace un tatuaggio, la laser terapia con tecnologia Q-Switched è la soluzione ideale. Rispetto ai trattamenti e alle metodiche precedenti la terapia laser è molto più efficace e meno invasiva, il tempo di convalescenza post-intervento è ridotto e non lascia cicatrici.

I vantaggi del laser sono innegabili, questo è il motivo per cui presso lo studio della dermatologa Pozzi, è possibile, sottoporsi ad interventi per la rimozione delle macchie cutanee con il laser Q-Switched. Fino a pochi anni fa anche solo pensare che fosse possibile puntare sulla pelle un laser così potente era fantascienza, oggi invece grazie alle avanzate scoperte tecnologiche e alle numerose ricerche le cose sono cambiate.

La tecnologia laser Q-Switched riesce quindi a individuare le particelle pigmentate o anche solo il colore dei tatuaggi, il laser frammenta i tessuti interessati da questo problema salvando le aree vicine. Come tutte le altre tecnologia avanzate messe a disposizione della medicina estetica anche per il laser è fondamentale affidarsi ad operatori esperti che sappiano come intervenire sui problemi cutanei.

Quali macchie possono essere eliminate con il laser Q-Switched

Prima di essere sottoposti alla terapia laser è fondamentale trovare la causa delle macchie cutanee che si desidera eliminare.

Il laser Q-Switched è uno dei più sicuri ed efficaci grazie alla produzione di luce a 532 nm sotto forma di impulsi ad energia elevata emessi in nano-secondi ed è efficace su:

  • macchie iper-pigmentate come lentiggini, macchie solari o efelidi,
  • rimozione dei tatuaggi,
  • correzione della couperose,
  • interventi volti al ringiovanimento delle cellule cutanee,
  • iper-pigmentazioni dovute a farmaci o terapie specifiche.

Prima di sottoporsi all’intervento è fondamentale non esporsi alla luce solare diretta e non assumere farmaci che rendono sensibili alla luce.

Inoltre, nel periodo post-operatorio bisogna applicare sempre dei filtri solari e delle creme antibiotiche.

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